Proprio nel giorno in cui l’iniziativa popolare “Salvaguardare la neutralità” è stata dichiarata formalmente riuscita, entra in scena nel dibattito pubblico un manifesto in dieci punti il cui obiettivo è quello opposto: non iscrivere nella Costituzione una neutralità permanente e armata, bensì mantenere un concetto flessibile, a prova di 21esimo secolo.
Si stanno così delineando i fronti che determineranno il futuro dibattito. UDC, ambienti conservatori e Christoph Blocher da una parte, accademici ed ex diplomatici dall’altra. Per questi ultimi non si può da una parte battersi per la tutela della democrazia e dall’altra trattare l’aggressore, nella fattispecie la Russia, al pari della vittima, ovvero l’Ucraina. Il manifesto è sostenuto da 87 personalità, tra cui vari politici.
Tra i primi firmatari troviamo esponenti di tutte le forze politiche a eccezione della forza politica che ha promosso l’altra iniziativa
Bernardino Regazzoni, Ex ambasciatore
Tra le richieste di questo spaccato di società civile c’è la volontà di rendere più semplice l’esportazione di materiale bellico per rafforzare il dispositivo di sicurezza in Europa e in Svizzera, guadagnare più margine di manovra nell’emanare sanzioni e avvicinarsi alle istituzioni internazionali, come la NATO e l’Unione europea.
In sostanza: è la neutralità che deve essere al servizio della sicurezza e non il contrario. L’ex ambasciatore Bernardino Regazzoni evoca il diritto di neutralità e la sua codificazione attuale, per lui non appropriata: “Per fortuna abbiamo da decenni la politica di neutralità che è il modo di mettere in opera il diritto di neutralità. E in questo senso l’iniziativa popolare depositata recentemente è pericolosa, perché fa aderire al 100% le due cose e quindi legherebbe al Consiglio federale mani e piedi nella capacità che ha avuto nei decenni di applicare, attraverso la politica di neutralità, il diritto di neutralità alla realtà”.
Un piano per "adeguare" la neutralità
SEIDISERA 29.05.2024, 18:36
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L’appello di chi sostiene il manifesto è insomma rivolto al Consiglio federale, invitato ad adeguare con il Parlamento il concetto di neutralità. Intanto la popolazione svizzera sarà presto chiamata a votare sul tema, proprio per l’iniziativa UDC “Salvaguardare la neutralità”.