L'offerta online della SSR non va limitata ulteriormente, con paletti fissati nella legge e non solo nella concessione: dopo aver insistito in due occasioni sulla sua richiesta di imporre per ogni testo non solo un limite di lunghezza ma anche "un legame temporale e tematico diretto con una trasmissione", il Consiglio nazionale si è allineato oggi, giovedì, alle posizioni espresse dal Consiglio degli Stati.
"Non bisogna rilanciare la guerra fra SSR ed editori privati", ha detto il verde lucernese Michael Töngi, tanto più che dal nuovo pacchetto per i media la società di radiotelevisione non ricava un franco in più, ha sottolineato il centrista grigionese Martin Candinas, e che la vera concorrenza per i privati in ambito pubblicitario arriva dall'estero, ha ricordato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.
Trovato un compromesso anche sulla durata delle misure di sostegno ai media in rete e degli aiuti indiretti alla stampa, che sarà di sette anni, mentre ci vorrà la conferenza di conciliazione per dirimere un'ultima divergenza sulla quota di canone da destinare ai privati: dal 6 all'8%, chiedono i deputati, almeno l'8% per i senatori. Attualmente la forchetta si situa fra il 4 e il 6%. Se dovesse spuntarla la versione della Camera dei cantoni, il Governo non andrà comunque oltre l'8%, ha detto Sommaruga.