Svizzera

Rischio blackout: in Svizzera a che punto siamo?

La possibilità è ben nota e rientra negli scenari presi in considerazione dall’autorità federale - Il quadro della situazione dopo quanto avvenuto in Spagna e Portogallo

  • Oggi, 13:10
  • Oggi, 15:57
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Linea elettrica dell'alta tensione nella Valle del Rodano, in Vallese

  • Keystone
Di: Modem/Radiogiornale/RSI Info/Bleff 

Spagna e Portogallo vittime di un blackout, con un improvviso crollo di 15 gigawatt, pari al 60% della domanda elettrica di un intero Paese come la penisola iberica. Tutto si è fermato lunedì attorno a mezzogiorno e le cose hanno cominciato a tornare verso una parvenza di normalità solo il mattino seguente. Vista la crescente importanza dell’elettricità nella vita quotidiana e nei trasporti, il collasso della rete elettrica rappresenta una situazione da incubo per qualsiasi paese. E secondo le autorità svizzere, il blackout della rete elettrica è oggi una delle principali minacce per la Svizzera. Le cause di un’interruzione possono essere diverse: guasti tecnici, eventi naturali estremi, attacchi informatici o problematiche interne alla rete.

Interconnessioni e resilienza energetica

“La Svizzera è interconnnessa nella rete elettrica europea grazie a 41 punti di connessione”, ha spiegato Paolo Rossi, già direttore AET e AEM, ai microfoni di Modem. “Un numero quindi nettamente superiore rispetto ai 2-3 della Spagna. Questa ampia interconnessione rappresenta un importante fattore di sicurezza, in quanto permette una maggiore flessibilità e capacità di risposta in caso di crisi.”

La rete elettrica

Le intricate mappe dell'ENTSO-E (European Network of Transmission System Operators for Electricity)

Non è un caso che le regioni periferiche o geograficamente isolate, come le penisole, risultano più esposte ai rischi di blackout proprio a causa della loro limitata connettività con il resto della rete. Fa stato il blackout avvenuto in Italia nella notte tra il 27 e il 28 settembre del 2003, a causa di un contatto tra un albero e la linea ad altissima tensione del Lucomagno nei pressi di Brunnen, nel canton Svitto. Buona parte dell’Italia peninsulare si ritrovò senza corrente elettrica.

Digitalizzazione e nuove sfide di sicurezza

La rete elettrica moderna sta vivendo una profonda trasformazione digitale, con l’introduzione di contatori intelligenti e flussi di energia bidirezionali che includono anche la produzione locale, come quella da impianti fotovoltaici. Oltre alla questione della sicurezza “fisica” delle reti, va quindi tenuto conto anche dell’ambito informatico.

“Storicamente”, prosegue Rossi, “la rete elettrica è stata costruita con un sistema dall’alto in basso, “top-down”, nel senso che c’erano le grandi centrali e poi via via le diverse reti coi diversi gradi di tensione per distribuire queste elettricità all’utenza. Oggi, con l’avvento, nell’ultimo decennio delle produzioni decentrate, abbiamo anche un flusso contrario, dal basso verso l’alto.

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Pannelli solari a Novazzano

  • Ti-Press

“Questo evidentemente porta alcuni vantaggi ma porta anche alcuni svantaggi: l’architettura della rete è stata costruita in una maniera diversa, e adesso va cambiata, cosa che si sta facendo. E il digitale dà una mano a gestire alcuni aspetti del bilanciamento tra domanda e offerta e gestendo gli snodi critici in questi flussi bidirezionali”.

Per questo motivo, sono necessari continui investimenti in architetture di rete più robuste, nella cybersicurezza e nella cooperazione internazionale. In Svizzera, le reti sono attualmente considerate ben protette, ma è fondamentale mantenere un alto livello di vigilanza attraverso test e aggiornamenti regolari. Essere quindi preparati, con test e simulazioni. I materiali hanno il sacrosanto diritto di guastarsi”, ha sottolineato ai microfoni di Modem Angelo Consoli, docente e ricercatore SUPSI esperto di cybersicurezza, “bisogna quindi essere pronti a sostituire questi materiali”.

Costi economici potenziali di un blackout

L’entità di un possibile impatto in Svizzera varia in base alla durata dell’interruzione, alla tipologia di economia locale (industriale o dei servizi) e al contesto geografico (urbano o rurale). Per valutare i possibili danni esistono simulatori sviluppati da istituti come il Fraunhofer Institute, capaci di stimare le perdite economiche in base alla zona e alla durata del blackout.

Secondo una simulazione dell’Ufficio federale della protezione della popolazione, le perdite per l’economia in caso di un blackout generalizzato vengono stimate a 230 milioni di franchi di danni, più 1,6 miliardi per perdita di efficienza, anche se sono semplici approssimazioni che dipendono da moltissime variabili.

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Tabella relativa alle conseguenze di uno scenario di possibile blackout tratta dal "Dossier di pericolo Interruzione di corrente (2020)",

  • Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP)

C’è una differenza tra blackout e penuria

A differenza del blackout, che è un’interruzione improvvisa, la penuria si verifica quando la produzione non tiene il passo con la domanda per una durata relativamente lunga, ad esempio se dopo un’estate di siccità i laghi artificiali in montagna fossero troppo vuoti per garantire le riserve per l’inverno, o se troppe centrali nucleari avessero guasti prolungati in contemporanea, e tutto ciò non si può compensare con importazioni. In quel caso la Confederazione imporrebbe misure per ridurre i consumi. L’impatto sarebbe comunque gravissimo, ad esempio si temono dozzine di morti per mancata assistenza e decine di miliardi di franchi di danno economico.

30:26

Si brancola nel buio

Modem 29.04.2025, 08:30

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