Il Consiglio federale vuole disciplinare per legge il "whistleblowing", la segnalazione di irregolarità sul posto di lavoro all'interno della stessa azienda o all'esterno. L'obiettivo è tutelare chi denuncia, ma secondo precisi criteri.
Violazioni di legge e irregolarità non vanno taciute ma segnalate ai datori di lavoro e alle autorità, nell'interesse dell'economia e della società: è questa la premessa del Governo nel presentare venerdì le modifiche del Codice delle obbligazioni a tutela dei “whistelblower”.
La protezione non deve però essere intesa come un'immunità assoluta: opportunità, diritti e violazioni degli impiegati che spifferano un malandazzo dovranno essere regolamentati per legge con disposizioni chiare (oggi tutto questo viene valutato volta per volta dai giudici).
Varrebbe ad esempio il principio della validità di una segnalazione solo se effettuata dapprima al datore di lavoro e solo in seguito alle autorità e all'opinione pubblica, ordine a cui si potrebbe derogare - per esempio - in caso di rischio licenziamento. A determinate condizioni è inoltre prevista anche la possibilità di effettuare segnalazioni anonime.
Il progetto va ora in Parlamento, che tre anni fa aveva respinto un primo tentativo di regolamentazione perché ritenuto, a suo tempo, troppo complicato.
RG-GPD