Il nucleare non potrà essere un'alternativa a medio termine nella transizione energetica. Lo ha affermato Almut Kirchner, esperta del settore e co-autrice dell’analisi "Prospettive energetiche 2050”, in un’intervista pubblicata oggi – venerdì – dalla Neue Zürcher Zeitung.
"Quasi ovunque la costruzione di nuove centrali nucleari è in ritardo [...] e molte di esse non funzionano correttamente"*, fa notare Kirchner, aggiungendo che oltre agli enormi sforamenti dei costi di realizzazione dei nuovi reattori, sono aumentati anche quelli di produzione dell'energia nelle centrali nucleari, mentre quelli delle rinnovabili stanno diminuendo.
La nuova generazione di reattori esiste solo sulla carta, prosegue Kirchner, mentre i piccoli reattori modulari non sono ancora in funzione a livello commerciale. Se la quota di energia solare ed eolica dovesse aumentare, il nucleare potrebbe addirittura rivelarsi un ostacolo, secondo l'esperta. Il loro carico di banda sarebbe troppo elevato e renderebbe il sistema non flessibile, spiega.
Come fare a raggiungere la neutralità carbonica? Secondo l’esperta, un quinto dei tetti in Svizzera dovrebbe essere dotato di pannelli solari; il fotovoltaico – sostiene inoltre Kirchner – potrebbe anche essere installato su alcune facciate e su parte delle infrastrutture.
“L'espansione delle energie rinnovabili interesserà il fotovoltaico in misura maggiore” - prosegue la ricercatrice, sostenendo che per quanto attiene invece all’eolico, a causa di problemi di “accettazione” (ogni volta che si ipotizza l’installazione di pale, i ricorsi fioccano, ndr.) “entro il 2050 si prevede che verranno aggiunti solo quattro terawattora, ovvero solo un ottavo di quanto potrebbe garantire il fotovoltaico”.
Tuttavia, prosegue Almut Kirchner, “ogni turbina eolica in più che installiamo sull'Altopiano Centrale ci aiuta in modo significativo. Perché spesso fornisce elettricità proprio quando non c'è energia solare”.
Energia, le aziende speculano sul ribasso
SEIDISERA 29.12.2022, 19:16
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I costi della transizione energetica
Per finanziare la svolta energetica l’esperta prevede investimenti per circa 109 miliardi di franchi: “Non è molto. In media, si tratta di circa l'8% degli investimenti che attualmente vengono comunque effettuati nel sistema energetico. D'altra parte, a seconda dell'andamento dei prezzi, si otterrà un risparmio di circa 50-100 miliardi di franchi svizzeri perché avremo sempre meno bisogno di energia fossile”.
*Ritardi: l’esempio francese
Recentemente EDF, la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia, ha annunciato ritardi e costi supplementari per oltre 500 milioni di euro per il progetto di costruzione un reattore nucleare di tipo EPR (ad acqua in pressione di generazione III+) a Flamanville. I costi sono lievitati da 12,7 a 13,2 miliardi e la messa in funzione è prevista non prima di inizio 2024. Nel 2004, quando il progetto venne presentato, si stimava un costo di costruzione di circa 3 miliardi di euro e un’entrata in servizio nel 2012: dieci anni fa.