I parrucchieri avranno presto un nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL). L'associazione padronale CoiffureSuisse e i sindacati Unia e Syna, infatti, hanno trovato un accordo che prevede aumenti di stipendio, una maggiore protezione contro il dumping salariale e misure contro la pseudo-indipendenza (con un occhio in particolare al Ticino, dove saranno potenziati i controlli).
In seguito alla crescita dei piccoli saloni, la pressione sui prezzi si è intensificata e le condizioni di lavoro sono peggiorate, spiegano le parti sociali nel comunicato congiunto diffuso martedì.
Con il nuovo CCL, a partire dal quinto anno professionale, i parrucchieri con attestato federale di capacità (AFC) guadagneranno almeno 4'000 franchi, quelli con certificato federale di formazione pratica (CFP) 3'900 franchi e coloro che non hanno una formazione riconosciuta 3'800 franchi. È previsto, inoltre, un supplemento salariale di 200 franchi per i dipendenti che formano gli apprendisti. Il processo di ratifica del CCL è in corso e si concluderà alla fine di maggio.
Basta dumping salariale
“Per il settore si tratta di un cambiamento radicale. Negli anni scorsi abbiamo avuto grossi problemi col dumping salariale. Ci sono datori di lavoro che si permettono di versare stipendi di 1’500-2’000 franchi al mese. Questo non sarà più possibile”, ha commentato a caldo Davide Bianco, presidente della sezione ticinese di Coiffuresuisse, raggiunto telefonicamente dalla RSI, che in merito ha aggiunto: “Tutti i parrucchieri frontalieri che non sono qualificati per la Svizzera, perché hanno un diploma italiano che non è parificato al nostro, dovranno essere messi in regola e percepire un salario di 3’800 franchi al mese… minimo”.
ATS/M. Ang.