È formalmente riuscito il referendum "Stop all’olio di palma", contrario all’accordo di libero scambio con l’Indonesia: delle 61'719 firme depositate lo scorso 22 giugno, 61'184 sono risultate valide; ne erano necessarie almeno 50'000. Lo ha comunicato giovedì la Cancelleria federale.
Era stato lanciato in gennaio dal sindacato agricolo Uniterre, assieme ad associazioni in favore del clima e dei diritti umani nonché al viticoltore indipendente Willy Cretegny. Secondo i referendisti, non è solo una questione di sostenibilità, c’è un altro problema dietro all’angolo: quello della concorrenza sleale con gli oli vegetali indigeni. Per questo motivo il Consiglio Federale ha negoziato contingenti per le importazioni dell’olio di palma che saranno però aumentati negli anni. L’intesa con il paese asiatico è stata approvata a larga maggioranza dal Parlamento in dicembre.