"Sono rimasti solo tre letti disponibili in terapia intensiva, ma che devono rimanere liberi per le urgenze e la chirurgia. Per questo abbiamo diminuito le operazioni del 30% nella parte francofona e del 50% nell'Alto Vallese". È il quadro della situazione nel cantone, fornito dal direttore generale dell'Ospedale del Vallese Eric Bonvin.
Nel resto della Romandia, il CHUV di Losanna ha sospeso il 45% degli interventi, è stato rinviato il 18% a Ginevra, il 20% a Neuchatel, il 10% a Friburgo e il 33% nel Giura. Questa situazione di straordinaria emergenza pone problemi etici fondamentali.
"C'è un problema per l'accesso alle cure e la sua equità, in altre parole: come considerare l'accesso di una persona non vaccinata, che arriva con una complicazione Covid evitabile e che prende il posto di una persona con una malattia cronica che potrebbe essere salvata?", si chiede Bonvin.
Queste questioni hanno spinto anche la società di oncologia svizzera a pronunciarsi. Oncosuisse ha scritto all'Accademia svizzera delle Scienze Mediche, temendo che queste difficoltà si presentino nell'accesso ai servizi di terapia intensiva per i malati di cancro nei momenti in cui si rende necessario il triage.
"Ovviamente tutti noi sul terreno ne abbiamo paura, perché se un giorno ci trovassimo in questa situazione inedita sarebbe molto difficile per noi da gestire da un punto di vista umano", ha concluso Bonvin.
Prima che ciò accada, tutto il sistema sanitario nazionale deve raggiungere la saturazione, ma le cifre evidenziano come il limite potrebbe non essere molto lontano.