Ticino e Grigioni

"Possiamo aumentare, ma non è facile"

Le ragioni delle difficoltà delle terapie intensive spiegate da Paolo Merlani – Ci sono diversi ricoverati per altre malattie – In Svizzera interna molti malati tra il personale

  • 17 dicembre 2021, 22:41
  • 20 novembre, 19:01
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Cure intense sempre più sotto pressione

Telegiornale 17.12.2021, 21:00

Di: Diem/TG 

Le terapie intensive sono già in difficoltà e nelle prossime settimane rischiano di esserlo ancor di più. È anche per questo che il Consiglio federale ha deciso di introdurre nuove restrizioni. "La situazione è difficile", conferma il professor Paolo Merlani, responsabile del Dipartimento di medicina intensiva dell’Ente ospedaliero cantonale ticinese. "Ieri sera (giovedì) abbiamo avuto una riunione tra i responsabili delle diverse reti nazionali – spiega alla RSI -. C'erano territori con 1-2 letti a disposizione. In Ticino è leggermente più facile ma anche noi abbiamo tassi d'occupazione superiori all'80%, non dovuto unicamente ai pazienti Covid (oggi ne abbiamo 14 ospedalizzati in Ticino) ma dovuto anche alla presenza di tante malattie respiratorie che fanno sì che le nostre terapie intensive sono molto piene".

La situazione per alcuni ospedali è delicata già da qualche tempo (il primo caso di triage della quinta ondata è stato segnalato due settimane fa). I pazienti aumentano e probabilmente continueranno ad aumentare, ma il numero dei posti nelle unità di terapia intensiva non viene adeguato di conseguenza. Giovedì, stando ai dati ufficiali dell’UFSP, in totale erano 859. Il 12 dicembre si era scesi a 799. Poco più della metà dei 1'570 operativi l’11 aprile 2020.

"Noi stiamo agendo, grazie alla collaborazione col Governo fin dalla primavera abbiamo previsto di poter aumentare i letti – assicura Paolo Merlani -. Attualmente siamo a +12 rispetto alla norma. Se dovesse salire l'onda abbiamo la possibilità di incrementare i letti, ma a questo punto diventerebbe difficile perché dovremmo attingere a materiali e collaboratori di altri reparti. Dovremmo sospendere alcuni servizi, chiudere dei pronto soccorso, chiudere una parte delle operazioni, rinunciare ad alcune operazioni elettive... Vi sono delle possibilità di aumentare in Ticino, nel resto della Svizzera l'aumento dei letti è più difficile". Il Ticino, come sul fronte dei contagi, in questo momento sta quindi vivendo una situazione particolare. "Addirittura alcune terapie intensive hanno ridotto il numero di letti perché hanno molti collaboratori ammalati", afferma il responsabile del Dipartimento di medicina intensiva EOC.

Inutile domandarsi se arriverà: bisogna essere pronti

E la situazione potrebbe anche peggiorare. L'arrivo della variante Omicron, anche se fosse meno pericolosa, potrebbe ulteriormente caricare un sistema sanitario già carico. Uno scenario ritenuto realistico. "È possibile che dopo Natale, nelle prime 2-3 settimane, ci sia un'altra ondata a carico del servizio sanitario, che siano i servizi ai piani o magari medicina intensiva. È inutile domandarsi se verrà o meno, bisogna essere pronti e prepararsi al meglio".

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