Svizzera

PBD a Berna: "non si neghi la sconfitta"

Il presidente svizzero del partito borghese democratico insiste sulla necessità di "spostarsi verso il centro e abbandonare i trascorsi conservatori"

  • 31 marzo 2014, 12:55
  • 6 giugno 2023, 14:17
Martin Landolt

Martin Landolt, presidente del PBD svizzero

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Il presidente del partito borghese democratico bernese Heinz Siegenthaler non è riuscito a spiegarsi ieri, domenica, la massiccia perdita del suo partito nelle elezioni per il rinnovo del Gran Consiglio, nelle quali il PBD ha perso 11 dei suoi 25 mandati, l’UDC ne ha guadagnati 5, i Verdi 7 e gli evangelici 2.

Secondo il presidente svizzero del PBD Martin Landolt, intervistato dalla SRF lunedì mattina,"la sconfitta elettorale subìta non può essere negata ma deve anzi costituire un campanello d’allarme". Il problema più importante, stando a quanto affermato da Landolt, riguarda la difficoltà della sezione bernese del partito di posizionarsi come partito di centro e di sbarazzarsi dunque dei suoi trascorsi conservatori.

"Se si osserva il buon comportamento dei Verdi liberali e del Partito evangelico si ha l’impressione che nel cantone c’è spazio al centro, e visto che il PBD bernese è nato da una costola dell’UDC e ne ha proseguito la politica con un altro stile, molti elettori devono aver preferito l’originale alla copia”, ha concluso il presidente.

ATS/GTa

Forse altre le cause della sconfitta

Un’altra spiegazione per la sconfitta del PBD potrebbe riguardare il ritocco, di propria mano, della busta paga di sessantatre consiglieri, di cui quattordici non sono stati rieletti. Dieci sono del PBD, 2 dell’UDC, 1 del PLR e 1 dell’UDF.
L’aumento dello stipendio era avvenuto in un momento in cui si stava procedendo verso risparmi che colpivano soprattutto i servizi sanitari. In risposta l’associazione Kabba, un comitato di disoccupai e persone colpite dalla povertà, aveva attivato una pagina internet invitando a non dare il voto ai responsabili di quella decisione.

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