Svizzera

Più sport a scuola, un ideale ancora lontano

La Federazione internazionale dello sport scolastico vorrebbe introdurre un’ora al giorno di educazione fisica obbligatoria per gli allievi, ma in Svizzera mancano infrastrutture e docenti formati

  • 10 gennaio, 19:40
05:00

Educazione fisica a scuola: "Ticino esempio positivo"

SEIDISERA 10.01.2024, 18:35

Di: SEIDISERA/RSI Info 

Da inizio anno la Federazione internazionale dello sport scolastico ha la sua sede a Losanna. Tra i suoi obiettivi, anche quello di promuovere gli sport e in generale il movimento tra gli allievi a tutti i livelli di istruzione. L’ideale, secondo il presidente della Federazione, Laurent Petrynka, sarebbe quello di riuscire a introdurre un’ora giornaliera di sport obbligatoria.

L’idea è già realtà in alcuni Paesi, ed è sostenuta dall’Associazione svizzera di educazione fisica nella scuola: “L’idea di base è quella di creare una routine, un’igiene sportiva, per poi portala fuori dalla scuola - spiega Jonathan Badan, uno dei presidenti -. Sul come realizzare quest’idea, se fare effettivamente un’ora al giorno, si apre un ventaglio di possibilità. Tutto è realizzabile, ma è una questione di priorità di mezzi. Ormai è appurato che lo sport a scuola è uno straordinario vettore, e non solo di salute, migliora i contatti sociali e le prestazioni scolastiche. Nell’arco di una giornata i giovani nel 90% del tempo passato fuori dalla scuola sono inattivi, spesso seduti davanti a uno schermo”.

In Svizzera nella scuola dell’obbligo sono previste almeno tre ore di educazione fisica alla settimana. Lo prevede la Legge federale sulla promozione dello sport, che ha come obiettivo anche quello di riqualificare il valore dell’attività fisica nell’educazione e nell’istruzione.

Alcuni Cantoni non riescono a mantenere le tre ore previste, ad esempio Ginevra: “Il caso di Ginevra è piuttosto unico a livello di scuola dell’obbligo. C’è la legge, e c’è un’ordinanza per la formazione post obbligatoria. Ancora oggi la sua applicazione risulta problematica nelle scuole professionali in molti Cantoni, sempre per mancanza di infrastrutture e di finanze. Ci sono poi problemi a livello di scuole elementari, ma riguardano più che altro la formazione dei docenti generalisti e il sostegno che ricevono per poter insegnare anche l’educazione fisica. Attualmente è su questi due problemi che ci stiamo concentrando noi come associazione. Sulla questione dell’attività fisica quotidiana contiamo di attivarci maggiormente nei prossimi anni”.

In Ticino la situazione è un po’ diversa: “Per quanto riguarda le scuole elementari siamo privilegiati, il canton Ticino prevede da diversi anni una garanzia delle tre ore scolastiche settimanali, ma soprattutto la presenza di docenti specialisti. È invece vero che nel post obbligatorio non sempre si riescono a garantire”, racconta Alessandro Arigoni, esperto di didattica dell’educazione fisica del dipartimento formazione e apprendimento.

In terza e quarta media, ad esempio, si sacrifica un’ora di educazione fisica per problemi di griglia oraria e subentrano altre materie: “La società ticinese docenti di educazione fisica sta cercando di sensibilizzare il Governo rispetto a questa situazione. Se si potrà cambiare o meno non lo sappiamo”, continua.

Di avere un’ora di educazione fisica al giorno, in Ticino, non se n’è mai parlato: “Al momento vige questa legge federale. Per quel che concerne il settore delle scuole dell’infanzia, non avendo una griglia oraria strutturata, si consiglia un’attività strutturata motoria giornaliera. Siamo comunque molto lontani da quest’ipotesi”, spiega Arigoni.

A livello nazionale c’è un progetto che tocca questo tema, quello denominato “scuola in movimento”, un progetto di Swiss Olympic, promosso dall’ufficio federale dello sport. Lo scopo è introdurre più movimento a scuola e anche nelle aule: “È un complemento, non è un’alternativa o qualcosa che possa sostituire l’educazione fisica. È un progetto che sosteniamo, proponiamo anche una formazione continua a tutti i docenti interessati. Si introducono delle pause attive in cui si svolgono esercizi fisici. È una scelta libera se aderire o meno”, conclude Badan. In Ticino al momento sono poche le sedi che aderiscono al progetto.

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