L’UDC è di nuovo al centro di polemiche a causa dei suoi manifesti elettorali in vista delle elezioni federali del 20 ottobre. Sono comparsi ieri, domenica, e stanno suscitando critiche da parte degli avversari, ma non convincono del tutto nemmeno all'interno del partito.
Sono già apparsi online su portali e social media e mostrano una mela rossa con una croce svizzera, attaccata e rovinata da cinque vermi con i colori degli altri partiti e dell’Unione Europea. Lo slogan di quelli in italiano è: “Lasciamo distruggere la Svizzera da sinistroidi ed europeisti?”.
Rappresentanti di altri partiti, ad esempio su Twitter, hanno duramente criticato questa rappresentazione, ritenendola inaccettabile e irrispettosa. Tuttavia, anche alcuni democentristi, candidati o uscenti, come il consigliere nazionale Claudio Zanetti, non proprio un moderato, ritengono che il partito questa volta abbia esagerato.
I vertici del partito hanno per parte loro reagito alle critiche senza scomporsi. Non sembra infatti esserci nessuna intenzione di rivedere la campagna. Ciò che conta – ha affermato il presidente Alberto Rösti – è il messaggio: ovvero che l’UDC è l’unico partito che difende la Confederazione da un accordo istituzionale con Bruxelles, accordo che il partito ritiene avrà pesanti ripercussioni sull’indipendenza del paese.
Non è la prima volta che l'UDC fa discutere per le sue campagne provocatorie, una strategia che in passato, ricordiamo i ratti rossi nel 2004, o le pecore nere nel 2007, si è dimostrata anche efficace. E anche questa volta il fatto che si parli dei manifesti dà ulteriore visibilità al partito, ma bisogna vedere se si tradurrà anche in voti il prossimo 20 ottobre. Gli esperti di campagne e marketing sono divisi su questo punto. Da una parte è possibile che ci siano effetti positivi per il partito, che sta cercando far parlare dei suoi temi forti, immigrazione e UE, dall'altra c'è però il rischio che una campagna così possa invece allontanare i democentristi più moderati. Quello che è chiaro è che dopo la pausa estiva la campagna è ormai entrata più che mai nel vivo.