Il coronavirus ha cambiato solo lievemente le preferenze abitative e le abitudini relative ai traslochi degli svizzeri, con solamente una leggera tendenza a favore delle regioni meno densamente popolate. Lo riferisce oggi (giovedì) l'Ufficio federale delle abitazioni, che ha curato la pubblicazione "Preferenze abitative nel contesto della pandemia".
Dallo studio emerge che la casa si è improvvisamente trasformata anche in posto di lavoro, con una maggiore importanza data agli spazi aperti. Nonostante questo, l'impatto sulle preferenze è stato più limitato di quel che si potrebbe pensare.
Sono circa 4’000 le persone in più che rispetto al passato si sono trasferite in comuni con meno abitanti, “ma si tratta solo di mezzo punto percentuale su tutti i traslochi che avvengono in Svizzera”, sottolinea la nota che accompagna la pubblicazione.
Gli spostamenti, spiegano gli esperti, vengono anche frenati dalla carenza di spazi abitativi adeguati, con domande per una superficie maggiore e case unifamiliari che hanno spinto i prezzi verso l'alto. È possibile che le case di vacanza siano state usate più spesso, ma non vi sono sufficienti dati disponibili in materia.
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Telegiornale 20.12.2022, 21:00