La battaglia portata avanti da una musicista ticinese per ottenere le indennità Covid di cui riteneva di avere diritto, ha portato il Tribunale federale a concludere che la regolamentazione adottata dal Consiglio federale per la gestione della perdita di guadagno legata alla pandemia viola il principio della parità di trattamento. I giudici di Losanna hanno parzialmente accolto il suo ricorso e ordinato alla Cassa di compensazione cantonale di procedere a un nuovo calcolo dell'indennità per il periodo successivo al 17 settembre 2020, quando il Paese uscì dalla fase più calda, dopo il lockdown.
La Cassa, applicando quanto previsto dall'ordinanza federale, si era rifiutata di rivedere l'ammontare delle indennità riconosciute alla donna dal 17 marzo alla fine dell'ottobre 2020 (35 franchi al giorno). Erano state stabilite facendo capo alla tassazione 2018, anche se nel gennaio 2021 era emerso che l'anno prima della pandemia in realtà aveva guadagnato di più.
La Corte ha ritenuto che il Consiglio federale avesse tutto il diritto di agire come ha fatto fino alla fine della fase più delicata della pandemia. In seguito avrebbe però dovuto rivedere le regole. "La situazione d'urgenza non era più data come in precedenza", spiega un comunicato del Tribunale federale. Pertanto, nel ponderare gli interessi in gioco, avrebbe dovuto dare maggiore maggiore peso alla tutela dei diritti costituzionali. Anche perché, viene sottolineato, le persone che hanno chiesto le indennità di perdita di guadagno a causa del coronavirus "non avevano alcuna influenza sul momento del trattamento delle loro dichiarazioni d'imposta".
Covid, 80000 ricoverati nel 2020 e 2021
Telegiornale 05.12.2022, 21:00