Svizzera

Test Covid, dal 2023 Berna non li pagherà più

Lo ha stabilito il Nazionale, che ha al contempo prolungato altre disposizioni della legge Covid fino a giugno 2024 in caso di nuove ondate

  • 8 dicembre 2022, 14:32
  • 20 novembre, 14:16
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Estese le disposizioni sul certificato Covid e la base giuridica dell'applicazione di tracciamento SwissCovid

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Di: ATS/dielle 

La Confederazione non pagherà più i test Covid a partire dal 1° gennaio 2023. Lo ha deciso giovedì il Consiglio nazionale con 93 voti favorevoli, 91 contrari e un'astensione. I test dovranno essere pagati dalle persone o dalle loro compagnie assicurative.

I “senatori” agli Stati si erano già espressi a favore di questa soluzione, stimando che avrebbe rappresentato un risparmio di 120 milioni di franchi. Gran parte della sinistra e del Consiglio federale erano invece contrari, temendo un'uscita disordinata dal regime dei test.

Anche il Nazionale, che si è adeguato a quanto deciso agli Stati, ha però cambiato idea: al primo esame si era infatti espresso a favore del pagamento da parte della Confederazione fino alla fine di marzo 2023, per evitare di creare una brusca interruzione in pieno inverno, quando il rischio di contagio è più elevato.

Le cifre ufficiali dicono che finora la Confederazione ha già speso 2,1 miliardi di franchi per i test nel 2021 e 1,6 miliardi di franchi quest'anno.

Prolungate fino al 2024 altre disposizioni

Altre disposizioni della legge Covid-19, che si sono dimostrate efficaci nella lotta contro il virus, saranno prorogate fino a giugno 2024 per essere pronti a un’eventuale nuova ondata (la legge è in vigore da quasi due anni e scadrà il 31 dicembre 2022).

Saranno estese le disposizioni sul certificato Covid, in quanto seppur non è più utilizzato in Svizzera, continuerà a essere richiesto all'estero, in particolare nell’Unione europea. La sua compatibilità internazionale deve essere quindi garantita. Anche la base giuridica dell'applicazione di tracciamento SwissCovid, disattivata dal 1° aprile 2022, rimarrà in vigore. Ciò significa che, se necessario, il software può essere riattivato nell'inverno 2023/2024.

L'estensione riguarda anche la promozione dello sviluppo di farmaci contro il coronavirus e le norme per la protezione delle persone vulnerabili. Inoltre, prevede disposizioni per gli stranieri e per i frontalieri in caso di chiusura dei confini.

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