"L'aumento dei premi di cassa malati era atteso. È un problema per le famiglie ma non sembra davvero essere un problema globale di sistema, sennò la popolazione reagirebbe". Valuta così Carlo de Pietro, professore alla Suspi ed esperto di gestione sanitaria, l'annuncio dell'aumento medio del 4,5% dei premi di cassa malati per il 2017. "In Svizzera ci sono due elementi che impediscono o rallentano un cambiamento di tendenza. Innanzitutto non c'è una vera pressione sociale, gran parte della popolazione non è davvero messa in difficoltà dall'aumento dei premi di cassa malati. Inoltre - spiega de Pietro - il popolo svizzero ha sempre confermato un alto apprezzamento del sistema sanitario".
In sostanza il popolo svizzero grida "al lupo al lupo" una volta all'anno e il segnale arriva attutito alla politica. Però il mondo politico pensa che dei cambiamenti vanno fatti. "Il sistema è complesso. Per risparmiare nella sanità si deve passare da una riduzione dei servizi o da una riduzione dei prezzi." E qui de Pietro indica un elemento troppe volte sottaciuto anche se stamane il consigliere federale Berset, vi ha fatto riferimento. "I farmaci più moderni, le tecnologie all'avanguardia costano e costano molto. Sarebbe ora di soppesare i loro costi e la loro efficacia. Ci vorrebbe una maggiore attenzione, un migliore bilanciamento e una verifica che gli aumenti dei costi derivati dalle nuove tecnologie portino davvero ad una migliore salute".
Un altro elemento emerso stamattina a Berna è quello dell'aumento delle prestazioni sanitarie non necessarie. Ovvero si va dal medico anche se non c'è n'è bisogno. "Qui bisogna agire culturalmente - spiega de Pietro - perché molto dipende dalle aspettative che noi stessi abbiamo sul nostro corpo, sulla salute e la tecnologia. Ma l'aspetto principale riguarda il lavoro di squadra tra tutti gli operatori: medici, ospedali e casse malati devono mettersi d'accordo su cosa bisogna fare per essere efficaci a costi ragionevoli, e seguire responsabilmente questa via".
Veronica Alippi