La pressione sul Consiglio federale affinché venerdì decida un ulteriore giro di vite per lottare contro la pandemia aumenta. La task force scientifica, di fronte a numeri ritenuti preoccupanti, martedì ha chiaramente detto che le misure in vigore da sabato scorso sono insufficienti e che ce ne vogliono di più severe a livello nazionale per combattere la diffusione del coronavirus, come la chiusura dei ristoranti, dei commerci non essenziali e l'imposizione del telelavoro. I direttori degli ospedali della Svizzera interna, da parte loro, hanno rivendicato nuove limitazioni per contrastare il virus, ma non solo. Vorrebbero che si intervenisse anche sulle attività sulla neve dato che gli infortuni aumenteranno la pressione sui pronto soccorso, le cure intense e i reparti di cura. Sciare in questo momento, ha sottolineato, per esempio, il direttore dei nosocomi zurighesi André Zemp, è da irresponsabili. La situazione è difficile anche in Ticino, dove però grazie all'aumento dei posti letto e la tenacia dei sanitari vi sono ancora capacità residue.
CSI 18.00 del 15.12.20; la situazione negli ospedali ticinesi illustrata da Paolo Merlani al microfono di Alessandro Broggini
RSI Info 15.12.2020, 19:12
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Un orientamento condiviso da alcuni cantoni che, data la loro situazione epidemiologica particolare, vivono con regole più severe di quelle date dalla Confederazione. Martedì, per cercare di salvare il periodo turistico, i Grigioni hanno deciso di estendere la chiusura di bar e ristoranti fino al 22 dicembre. Da parte sua il Governo di Basilea Città ha prolungato il mini-lockdown in vigore dal 23 novembre. Ristoranti, bar, centri fitness e piscine saranno chiuse almeno fino al 22 gennaio. Inoltre è stato stabilito di vietare anche la prostituzione e di posticipare alle 6 del mattino l'orario ammesso per l'apertura dei take-away.
Covid, i Cantoni premono per regole più severe
Telegiornale 14.12.2020, 21:00
San Gallo (il cantone che registra la maggiore incidenza a livello nazionale, seguito dal Ticino) ha annunciato che, poiché l'attuale strategia non sta dando i risultati sperati, introdurrà norme più severe. I dettagli saranno resi noti sabato, dopo che il Consiglio federale avrà chiarito la sua posizione.
La situazione preoccupa anche l'Ufficio federale di sanità pubblica come spiegato da Patrick Mathys: "Possiamo parlare di terza ondata o di continuazione e peggioramento della seconda ondata, poco importa, questa è solo semantica. Il fatto è che il trend ora è negativo. Non ce lo aspettavamo e non è quello che vogliamo". Una tendenza che le vacanze di Natale rischiano di peggiorare a causa del desiderio di festeggiare. Un aumento dei contatti sociali rischierebbe di provocare un balzo dei contagi che, come sottolineato dal presidente della task force scientifica Martin Ackermann, dati i numeri attuali, rischia di diventare manifesto "quando ormai sarebbe troppo tardi per agire".
Di tutt'altro avviso le associazioni economiche che si oppongono a un lockdown, come quello che la Germania ha deciso di attuare da domani. Martedì in una lettera indirizzata al Consiglio federale che ha posto in consultazione una strategia in tre fasi da attuarsi dopo Natale, l'associazione mantello delle piccole e medie imprese, l'USAM presieduta dal ticinese Fabio Regazzi, ha chiesto di evitare in tutti modi una nuova chiusura generalizzata, ma non si oppone a nuove puntuali misure.
La task force chiede un lockdown
Telegiornale 15.12.2020, 21:00