I 15 decessi in 24 ore comunicati oggi, sabato, dalle autorità sanitarie ticinesi pareggiano il record negativo fatto segnare in tre precedenti occasioni, due nella prima ondata e una a metà novembre. Da inizio pandemia le vittime sono 640. "Il Covid-19 uccide ancora, forse negli ultimi tempi ce ne eravamo un po' scordati", commenta il dottor Christian Garzoni, specialista di malattie infettive alla clinica Moncucco. Il dato giornaliero "è elevato e nasconde la sofferenza di tante persone", afferma.
Attualmente in ospedale in Ticino ci sono 339 pazienti affetti dalla malattia provocata dal coronavirus, 39 dei quali in terapia intensiva.
Quella dei morti, ricorda ancora Garzoni, "è l'ultima onda che arriva. Prima ci sono quella dei contagi, poi delle ospedalizzazioni, quindi delle cure intense - che sta aumentando in questo periodo - e infine dei decessi". La seconda ondata è diversa, più lunga della prima, ma "la distribuzione dei decessi è simile alla prima: la maggior parte sopra gli 80 anni, ma ce ne sono tanti anche nella fascia dei 60-70 anni, persone che perdono 20 anni di vita a causa del coronavirus e questo non va dimenticato nelle riflessioni. Vediamo anche regolarmente casi isolati di decessi fra i 40- e 50enni".
L'arrivo del vaccino nei prossimi mesi dovrebbe permettere di proteggere anche le categorie più a rischio, quindi "vale la pena tenere duro adesso", conclude Garzoni.