UPC, Sunrise e Swisscom pagano tariffe irrisorie per trasmettere programmi TV in differita e danneggiano chi produce i contenuti, proponendo, oltretutto, contenuti pubblicitari propri. Questa l'accusa dell'Associazione di interessi radio e televisione (IRF), che riunisce la SSR, le emittenti private elvetiche e le emittenti straniere i cui programmi possono essere ricevuti in Svizzera. La IRF si è così rivolta al Tribunale amministrativo federale. Per permettere la sopravvivenza delle emittenti commerciali, scrive la IRF, occorre creare "condizioni giuste ed eque".
Il punto è che i distributori di servizi TV "possono offrire più di 50‘000 ore di programmazione in differita pagando alle società (la cosiddetta tariffa TC12), solo 1,50 franchi per abbonato al mese (a breve si dovrebbe passare a 1,60) e possono perfino commercializzare pubblicità propria".
Il 60-80% degli utenti in differita saltano la pubblicità, così nel 2017 le emittenti hanno perso oltre 100 milioni (ne perderanno 140 nel 2018).
ATS/M. Ang.