La riforma della politica agricola della Confederazione torna sui binari, dopo aver deragliato quasi due anni fa: abbandonata allora la contestata PA22+, il Consiglio degli Stati ha accolto martedì all'unanimità un progetto alleggerito da applicare in modo scaglionato. Alcuni punti controversi, come quelli relativi ai pagamenti diretti, sono scomparsi dal testo.
La nuova politica agricola
Telegiornale 13.12.2022, 12:30
Vengono ripresi gli obiettivi (con orizzonte al 2050) fissati dal Consiglio federale in un rapporto pubblicato in giugno: gli agricoltori continueranno a produrre oltre la metà degli alimenti consumati nel Paese e le emissioni di gas a effetto serra saranno ridotte del 40% rispetto al 1990.
Ruedi Noser
"Per 10 miliardi di abitanti sul pianeta serviranno una politica agricola intensa e produttiva, e non più ecologica e carica di regole", ha sottolineato Ruedi Noser a nome del PLR, mentre il democentrista Werner Salzmann ha definito illusorio pensare che i contadini elvetici producano ai prezzi di mercato mondiali assicurandosi nel contempo un reddito sufficiente.
Guy Parmelin
"Meglio una politica dei piccoli passi nella buona direzione invece di forzare la mano e non ottenere nulla", ha affermato dal canto suo il consigliere federale Guy Parmelin, rispondendo a chi, a sinistra, non voleva attendere il 2030 per fissare obiettivi nella protezione del clima.
Adèle Thorens
La proposta di inserire un articolo su questo aspetto è stata bocciata per 32 voti a 12. Adèle Thorens, per i Verdi, ha deplorato anche la rinuncia alla difesa della biodiversità, che era prevista nella PA22+.
Notiziario 10.00 del 13.12.2022
Notiziario 13.12.2022, 11:08
Il dossier passa ora al Consiglio nazionale.
Approvata anche una maggiore protezione doganale di alcuni ortaggi
La protezione doganale per alcuni ortaggi coltivati in Svizzera deve essere rivista. Lo chiede una mozione dell'UDC adottata sempre oggi dal Consiglio degli Stati volta ad impedire la distruzione dei prodotti locali a favore di importazioni più a buon mercato.
Attualmente, la legge in materia contempla i cosiddetti "periodi protetti", durante i quali l'Ufficio federale dell'agricoltura può autorizzare le importazioni a dazio ridotto solo se l'offerta indigena non è sufficiente per far fronte alla domanda interna. Al di fuori di questi periodi, la produzione svizzera ha sempre più difficoltà a commercializzare prodotti coltivati in condizioni sempre più rigide, ha sostenuto in aula Werner Salzmann (UDC/BE), autore della mozione.
Per impedire la distruzione di tonnellate di pomodori svizzeri – a favore di prodotti importati più economici – come accaduto del 2021, secondo Salzmann, estendendo i periodi di protezione previsti dalla legge per 27 ortaggi coltivati da noi, tra cui i pomodori e la lattuga Batavia, si darà loro la preferenza rispetto alle importazioni e si aumenterà il tasso di autoapprovvigionamento.
L'aumento del protezionismo doganale riguarderebbe principalmente i prodotti importati dall'Unione Europea e avrebbe delle ripercussioni, in particolare un aumento dei prezzi, ha dichiarato dal canto suo il "ministro" dell'economia Guy Parmelin, contrario alla mozione.
Il dossier va al Nazionale.