Gli agricoltori sono al centro di importanti decisioni politiche nel 2020. L'Unione svizzera dei contadini (USC) auspica una strategia coerente per l'agricoltura nazionale in vista delle votazioni sulle due iniziative popolari ecologiste, dell'accordo di libero scambio con il Mercosur e della politica agricola 22+.
Il settore agricolo vuole convincere i cittadini a dire no alle iniziative "Per acqua potabile pulita e cibo sano" e "Per una Svizzera senza pesticidi sintetici", che saranno probabilmente sottoposte a votazione in novembre. I due testi non mantengono ciò che promettono e mettono in pericolo la produzione nazionale, sostiene l'USC in una nota pubblicata venerdì dopo una conferenza stampa a Worb, nel canton Berna.
La seconda sfida che dovranno affrontare gli agricoltori è l'accordo di libero scambio con il Mercosur, che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. L’intesa è una sorta di antitesi delle due iniziative e l’USC chiede che vi sia parità di trattamento per quanto riguarda i metodi di produzione. Se questa non potrà essere garantita, sarà necessaria un'efficace protezione doganale per garantire un futuro alle famiglie contadine, ha detto Jacques Bourgeois, direttore dimissionario dell’organizzazione.
La politica agricola 22+ è un altro grande tema di preoccupazione: rappresenta un po' la "quadratura del cerchio" perché dovrà tener conto di tutte le esigenze conflittuali. La PA 22+ infatti dovrà rendere l'agricoltura ancora più sostenibile, rafforzare il benessere degli animali, ma anche porre maggiore enfasi sulla competitività e sul mercato. "Non è necessario essere un indovino per sapere che sarà un fallimento", ha riferito Markus Ritter, presidente dell'USC. I contadini chiedono pertanto al Consiglio federale di definire una strategia chiara e di seguirla in modo coerente.
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