Svizzera

"Ripercussioni sui cantoni"

Sergio Rossi: “Senza soglia minima precipiteranno le riserve in euro della BNS”

  • 15.01.2015, 14:23
  • 07.06.2023, 03:33
Foto d'archivio

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Forti reazioni, volatilità sui mercati e l’euro arrivato fino ad un minimo di 84 centesimi per un franco. Sono alcuni degli effetti del terremoto scatenato dalla Banca nazionale svizzera, che proprio oggi (giovedì) ha deciso di abolire il cambio minimo con la moneta unica europea, fissata dal 2011 sulla soglia dell’1,20.

Interpellato dalla RSI, Sergio Rossi – professore di economia monetaria all’Università di Friburgo – spiega: “Alla base di questa mossa c’è anche la questione del mercato immobiliare in Svizzera, che la politica della BNS ha contribuito a surriscaldare in maniera esagerata negli ultimi due anni: continuando con il cambio minimo si sarebbero esacerbati i problemi sul mercato immobiliare con il rischio di esporre troppo gli istituti sul mercato ipotecario nel caso della scoppio di una bolla o del marcato calo dei prezzi nel futuro prossimo”.

Sergio Rossi

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Un’altra questione che rimane in sospeso è quella delle riserve: “La BNS ha acquistato centinaia di miliardi di euro per tenere fede ai propri impegni – sottolinea il professor Rossi - se ora non ci sarà più nessuna soglia minima le riserve in euro dell’istituto precipiteranno in quanto valore esposto a bilancio: ci saranno perdite ingenti anche per le finanze pubbliche cantonali, siccome molti cantoni per il 2015 si aspettavano entrate relative al pagamento dei dividenti. Entrate che dovranno essere cancellate, la spesa pubblica potrà anche essere rivista al ribasso”.

Ascolta l’intervista integrale trasmessa durante l’RG delle 12.30

03:54

RG 12.30 del 15/1/2015 Le considerazioni di Sergio Rossi, professore di economia monetaria all'Università di Friburgo

RSI Info 15.01.2015, 13:44

Le reazioni degli imprenditori

Ai microfoni della RSI Marco Taddei, dell’Unione svizzera degli imprenditori, ha parlato di una “situazione molto incerta per le PMI”. “I settori volti all’esportazione (industria orologiera, macchine utensili, industria farmaceutica per esempio, ndr) devono immediatamente cambiare la loro strategia di esportazione; Questi comparti addirittura dicevano che il tasso a 1,20 era accettabile, ma non soddisfacente: in molto sognavano una soglia minima fissata sull’1,30-1,40”.

01:54

RG 12.30 del 15/1/2015 Le considerazioni di Marco Taddei, membro della direzione dell’Unione svizzera degli imprenditori

RSI Info 15.01.2015, 14:20

RG/ludoC

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