Svizzera

SSR e falsi post online, scatta la denuncia

L’hanno firmata l’emittente RTS e due suoi giornalisti - Il reato ipotizzato è l’usurpazione di identità

  • 7 febbraio, 13:03
  • 7 febbraio, 13:04
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Il giornalista RTS Philippe Revaz al quale, insieme al collega Mehmet Gultas, è stata usurpata l'identità

  • Keystone
Di: ATS/SP

Circolano da un po’ e alla fine è scattata la denuncia: stiamo parlando dei falsi post apparsi sui social media che ritraggono volti noti della Svizzera e utilizzano la linea grafica di siti del mondo dell’informazione, tra i quali in dicembre anche il nostro, per ingannare gli utenti. Il tutto con l’obbiettivo di attrarre gli internauti su siti “fake”, che hanno lo scopo di sottrarre dati sensibili o fare truffe.

Ebbene la RTS ha deciso di dire basta e ha sporto denuncia penale. Si tratta di una prima, resa possibile da una nuova base legale in vigore dall’autunno, che punisce l’usurpazione di identità. Anche i due giornalisti al centro degli articoli – Philippe Revaz e Mehmet Gultas – sono passati alle vie legali. Parallelamente è stata presentata anche una denuncia per frode.

Notiziario delle 11:00 del 07.02.2024

Notiziario 07.02.2024, 11:30

Nuova base legale

Per agire contro questi post falsi, che da tempo proliferavano in rete, l’emittente radiotelevisiva pubblica ha fatto capo al nuovo articolo 179 decies del codice penale svizzero, precisando di voler combattere il fenomeno ma di essere anche cosciente della complessità delle procedure.

Sollecitata da Keystone-ATS l’azienda ha così commentato: “RTS ha il dovere di agire per proteggere l’immagine e l’integrità dei suoi presentatori, ma anche perché alcune persone vengono effettivamente ingannate da questi articoli falsi”.

Martedì scorso al pomeriggio circolava in rete un falso articolo che annunciava la “tragica fine” di Philippe Revaz. Il giornalista ha contrastato la “fake news” postando su X una citazione dello scrittore americano Mark Twain: “La notizia della mia morte è un’esagerazione”.

Come funziona la truffa?

Ne abbiamo parlato in dicembre quando i truffatori hanno preso di mira la RSI. I finti articoli tessevano le lodi del sistema finanziario elvetico e al termine vi si trovava un modulo di iscrizione che, se compilato ci “cambierà la vita”. Come? “Dopo aver effettuato la registrazione per un account gratuito, consulenti esperti ti contatteranno telefonicamente”. E dopo aver effettuato un deposito iniziale di minimo 250 dollari si può iniziare a fare trading. I “guadagni sono completamente gratuiti” e i soldi “potranno essere ritirati in qualsiasi momento”.

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Un finto post su Facebook che rimanda a un altrettanto finto sito RSI

Nel corso del mese di novembre del 2022 il portale online del quotidiano Blick ha riferito di due casi in cui la truffa sarebbe andata in porto. Si tratta in ambedue i casi di persone in età avanzata (76 e 64 anni) e gli importi frodati erano – per fortuna - molto ridotti: 250 euro nel primo caso e 650 franchi nel secondo.

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