Scarseggiano i medicinali negli ospedali elvetici: il probema non è nuovo, ma rischia di accentuarsi nei mesi a venire, a causa del coronavirus. L'allarme viene lanciato da Enea Martinelli, membro del comitato centrale dell'associazione svizzera dei farmacisti Interpharma. Il guaio è che, in Cina, dove viene prodotta buona parte dei principi attivi impiegati anche per le medicine venduta in Svizzera, molte fabbriche sono attualmente chiuse.
Il farmacista di tre ospedali bernesi, Enea Martinelli, qualche anno fa ha creato un portale in sui si elencano le centinaia di preparati estremamente difficili da reperire o ormai introvabili. E nelle prossime settimane - avverte - la situazione peggiorerà ulteriormente per via dell'epidemia di coronavirus. In Cina - spiega Martinelli - oggi viene prodotto l'80% dei principi attivi impiegati delle aziende farmaceutiche a livello globale. E se in Cina le fabbriche restano chiuse mancano i rifornimenti in un mercato in cui da tempo ormai già scarseggiano le componenti di base per molti medicinali.
Già in primavera Martinelli prevede una carenza di farmaci molto diffusi, come gli antidolorifici, ma anche quelli contro il diabete, il parkinson, l'epilessia e l'ipertensione.
Ueli Haudenschild, dell'ufficio federale dell'approvvigionamento economico, relativizza: per ora non sono stati segnalati problemi di rifornimento legato al coronavirus. A Berna, aggiunge, più uffici federali da tempo si stanno occupando del problema della carenza di farmaci, entro la primavera è atteso un rapporto con nuove misure per far fronte ad una situazione che da anni è sempre più difficile.
Per Enea Martinelli è chiaro, la Confederazione non può più stare a guardare, deve convocare le autorità cantonali e i responsabili degli ospedali per cercare, tutti insieme, soluzioni al problema.