Sempre più persone in Svizzera decidono di cambiare il proprio nome per essere meglio accettate nella società. Chi decide di farlo, considera un nome straniero come un handicap discriminatorio, in particolare sul mercato del lavoro e quello immobiliare.
Da quando il Parlamento, nel 2013, ha deciso di allentare le regole per cambiare il proprio appellativo, sono infatti aumentate le richieste, in particolare da parte di naturalizzati di origine balcanica. Picchi sono stati registrati in particolare in Argovia, Basilea Città e Vaud, dove le domande sono raddoppiate.
Una tendenza, questa, che suscita non poche perplessità, però: secondo Albana Krasniqi della Commissione federale delle migrazioni, "cambiando nome si cancella tutto un passato". Si tratta di "un fallimento dell’integrazione - intesa come sforzo di accettazione da entrambe le parti - e delle istituzioni, siano esse scolastiche, del lavoro, o altre".
RG/mrj