Chi in Svizzera porta alla luce irregolarità in seno a un'azienda continuerà a rischiare di pagare un prezzo elevato, come la perdita dell'impiego. Una modifica del diritto delle obbligazioni adottata oggi (lunedì) dal Consiglio degli Stati non muta infatti la posizione dei cosiddetti "whistleblower", limitandosi a chiarire la procedura da seguire (mentre oggi tutto è lasciato all'apprezzamento dei tribunali).
La prima istanza a cui dovranno rivolgersi i dipendenti sarà l'impresa stessa. Le autorità potranno essere chiamate in causa solo se il datore di lavoro non reagisce, in presenza di reati penali o dopo l'eventuale sanzione interna. L'opinione pubblica non potrà essere informata direttamente.
L'informatore non sarà protetto dalle ritorsioni: non sarà annullabile un eventuale licenziamento, nemmeno se abusivo, nel qual caso il "whistleblower" avrebbe diritto a un risarcimento di soli 6 salari mensili. La proposta di portare le mensilità a 12 è stata stralciata. Per Paul Rechtsteiner, presidente dell'Unione sindacale svizzera, invece di migliorare la situazione la si è peggiorata.
pon/ATS
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RG delle 8.00 del 23/09/2014; il servizio di Mattia Serena