Svizzera

Sui salari arriva la “dichiarazione congiunta” di Cantoni e sindacati

Dopo una sessantina di colloqui, le parti, guidate dal consigliere federale Guy Parmelin, hanno concordato una serie di misure interne per tutelare gli stipendi di fronte ai nuovi bilaterali

  • 19 febbraio, 13:59
  • 19 febbraio, 21:03
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Salari: le considerazioni del corrispondente a Berna

Telegiornale 19.02.2025, 20:00

  • Keystone
Di: Spi 

Ci sono voluti sessanta colloqui, ma alla fine - lo scorso lunedì 17 febbraio - le organizzazioni mantello delle parti sociali e i Cantoni, sotto la guida del consigliere federale Guy Parmelin, hanno concordato diverse misure nazionali per tutelare i salari. Da parte sua il Consiglio federale annuncia mercoledì di aver preso atto di questa “dichiarazione congiunta” e propone ulteriori misure.

Dal dicembre 2022, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha condotto incontri per garantire la protezione salariale in Svizzera. Durante i negoziati con l’UE era emersa la necessità di misure interne oltre a quelle di politica estera. Provvedimenti che nella “dichiarazione congiunta” possono essere suddivisi nelle seguenti tre categorie: misure che compensano direttamente le concessioni fatte all’UE (per esempio, la riduzione del termine di notifica); misure per contrastare il timore che il divieto di offrire servizi in Svizzera come possibile sanzione venga messo in discussione; misure dovute al fatto che nell’ambito della politica estera non è stato possibile ottenere un’eccezione in questo sottosettore: nello specifico, si tratta di sfruttare al massimo il margine di manovra nell’ambito della politica interna adottando la regolamentazione sulle spese.

Come detto il Consiglio federale ritiene necessarie ulteriori misure che permettano in particolare di salvaguardare i contratti collettivi di lavoro (CCL), già dichiarati di obbligatorietà generale. Al contempo, secondo il Governo occorre rafforzare la protezione giuridica per le aziende svizzere. Le misure mirano principalmente alle imprese dell’UE che distaccano lavoratori in Svizzera, senza creare nuovi oneri per le imprese elvetiche. La SECO è stata incaricata di elaborare tutte le misure entro marzo 2025.

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