Anche se il tasso di riproduzione del coronavirus è sceso leggermente attestandosi a 1 (1,02 stando ai dati di martedì scorso), bisogna rimanere vigili a causa della variante britannica del virus, molto più contagiosa. Misure di protezione più rigide, come quelle annunciate ieri dal Consiglio federale, consentono di limitare le ripercussioni negative sulla salute e l'economia. Stando alle prime stime, finora sono state vaccinate in Svizzera 66'000 persone.
È il parere degli esperti della Confederazione riunitisi oggi per il consueto incontro coi media per fare il punto sulla crisi pandemica. Come detto, finora sono state vaccinate in Svizzera 66'000 persone. Da martedì prossimo saranno disponibili cifre per l'insieme del Paese e per i singoli cantoni, ha dichiarato Nora Kronig dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Stando a Patrick Mathys dell'UFSP, vi sono segnali di un rallentamento della pandemia, ma la situazione rimane ancora preoccupante e la pressione sul sistema sanitario è tutt'ora elevata.
A preoccupare, come anticipato ieri dal Governo, è la nuova variante inglese del Covid-19: finora sono state riscontrate 120 varianti del virus grazie ad analisi di laboratorio, buona parte delle quali provenienti dalla Gran Bretagna (per 34 casi non è ancora chiara l'origine). Mathys si attende un incremento della variante britannica tra le nuove infezioni.
Per il presidente della Task Force Covid-19 del Consiglio federale, Martin Ackermann, la pericolosità della variante britannica risiede nella velocità di trasmissione, con un raddoppio dei casi ogni settimana, come dimostra l'esperienza inglese e quanto sta accadendo per esempio in Danimarca. I provvedimenti restrittivi adottati ieri dal Consiglio federale dovrebbero consentire di arginare il fenomeno: i dati dimostrano che i Cantoni che hanno adottato le misure più severe la primavera scorsa sono quelli che hanno registrato il calo più veloce delle infezioni.
A parere di Monika Bütler, che all'interno della Task Force si occupa delle ripercussioni economiche della pandemia, i provvedimenti restrittivi, per quanto dolorosi, hanno pur sempre un impatto meno grave sull'economia e la società rispetto a un atteggiamento più lassista.
Bütler sostiene che nel fare un'analisi costi-benefici, bisogna considerare anche le ripercussioni sul sistema sanitario e i costi che ciò generare non solo per la cura e la riabilitazione, ma anche in caso di morte. Poiché le aziende che chiudono contribuiscono alla riduzione delle nuove infezioni, è giusto che ricevano un sostegno da parte delle autorità per evitare fallimenti e trovarsi così pronti per la ripresa. La Svizzera, vista la sua situazione finanziaria globale, può permettersi questo sforzo.
ats/joe.p.