Durante la pandemia non tutto è funzionato perfettamente nella fatturazione delle decine di milioni di test Covid effettuati. Secondo un rapporto del Controllo federale delle finanze, l'Ufficio federale della sanità avrebbe infatti dovuto fare di più per evitare abusi e prevenire pagamenti ingiustificati.
Testarsi il più possibile per seguire l'evoluzione del virus nella popolazione, e bloccare le catene dei contagi. Per mesi è stato questo il consiglio dato a tutti dalle autorità politiche e dai virologi. Tra il 2020 e il 2021 la Confederazione ha finanziato test per 2,7 miliardi di franchi, il doppio di quanto speso per le vaccinazioni. Il Controllo federale delle finanze, che è in pratica l'organo di sorveglianza chiamato a verificare se i soldi pubblici sono spesi correttamente, in un nuovo rapporto sottolinea prima di tutto che nel pieno della crisi la priorità era garantire test per tutti, cosa che l'Ufficio federale della sanità è riuscito a fare.
A conteggiare il denaro che passava tra centri per i test, laboratori, medici, farmacie e Confederazione ci hanno pensato le casse malati. Il sistema ha funzionato, ma secondo il rapporto non si è pensato abbastanza ai possibili abusi. Per esempio le persone testate non ricevono alcun conteggio, e non possono segnalare fatturazioni sbagliate o ingiustificate.
Altro problema: i prezzi fissati permettevano di coprire i costi ai laboratori più piccoli, ma per le grandi strutture automatizzate erano troppo alti, e hanno generato utili eccessivi per diversi milioni di franchi. Una situazione corretta, ma solo in parte.
Dal canto suo l'Ufficio federale della sanità ammette alcune mancanze e promette di sviluppare un concetto globale contro gli abusi, ma ribadisce che in quel momento la priorità era la salute delle persone di fronte a una pandemia senza precedenti.
Test covid, lacune nei controlli
Telegiornale 22.12.2022, 13:30