Ogni giorno, anche in Svizzera, decine di persone vengono sottoposte alla quarantena dopo il loro rientro da Paesi ad alto rischio contagio, come, per esempio, Serbia, Bosnia e Stati Uniti. Alcuni esperti chiedono ora l'introduzione di test sul coronavirus "almeno negli aeroporti".
La questione si è fatta sempre più pressante da quando l’Ufficio federale della sanità pubblica ha affermato che “nel Paese un contagio su quattro è di importazione”. Un problema con il quale sono confrontati anche diversi Stati vicini alla Svizzera che stanno valutando se “introdurre test in entrata per individuare eventuali persone contagiate dal virus”. Bisogna però ancora capire come verranno effettuate le analisi.
L’epidemiologa Nicola Low, membro del Comitato scientifico istituito dal Consiglio federale, spiega: “L’epidemia da coronavirus è qualcosa di completamente nuovo e non possiamo dire quanto efficaci potrebbero rivelarsi i test sui passeggeri. Potremmo almeno isolare un certo numero di casi asintomatici ma comunque contagiosi. Così anche il tracciamento sarebbe più rapido”. Low specifica infine che l’eventuale introduzione dei test non avverrebbe ai confini terrestri. E invita "a non abbassare la guardia, anche in caso di viaggio in Paesi che non sono sulla lista di quelli a rischio".
RG/Swing