Nell'ultima legislatura, ai vertici PLR c'è stato un avvicendamento molto discusso. Con Petra Gössi il partito era dapprima diventato un po' più verde. Con Thierry Burkart, poi, il dietrofront.
Secondo il politologo Claude Longchamp - che parla del PLR nel terzo episodio della serie del TG "top e flop" in vista delle Federali di ottobre - il momento migliore dei liberali è stato quando è stato eletto il nuovo presidente. "Si è respirato uno spirito di ottimismo. Il partito pensava di aver superato i conflitti interni e di poter affrontare, con una nuova generazione, il futuro. A quel punto il partito è riuscito, per la prima volta nella sua lunga storia, a raccogliere le firme per due iniziative popolari" afferma.
Le note stonate riguardano invece le elezioni cantonali, che in molti casi "non hanno soddisfatto le aspettative del PLR". Il politologo sottolinea che "al PLR si può riconoscere il merito di essersi rinnovato dal punto di vista personale: nei parlamenti sono stati eletti più donne e più giovani. Ma il numero degli eletti risulta minore".
Per quanto riguarda le prospettive del partito alle prossime elezioni federali, Longchamp ritiene che in Consiglio nazionale non riuscirà a guadagnare terreno. "Parte da un risultato negativo nel 2019, un risultato che riuscirà sicuramente a mantenere e forse migliorarlo di un mezzo punto percentuale. Non sono però sicuro che aumenteranno anche i seggi". Potrebbe andare meglio in seno al Consiglio degli Stati, ma Longchamp rtitene che il PLR non riuscirà a raggiungere il suo obiettivo dichiarato, ossia il superamento del PS.