Cheiry e Salvan: località il cui nome fa il giro del mondo il 5 ottobre del 1994, sconvolgendo le scalette di tutti i media svizzeri ma anche al di fuori dei confini nazionali. Nella notte si era consumata quella che passerà alla storia come la tragedia dell’Ordine del Tempio Solare. Poco prima dell’alba, 23 corpi vengono rinvenuti in una cripta, nello scantinato di una fattoria in fiamme del comune friburghese, avvolti in abiti da cerimonia rossi, bianchi e oro. Venti di queste persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco, soprattutto alla testa. Dodici hanno un sacco a coprire il capo.
La fattoria distrutta di Cheiry
Una delle pistole usate viene rinevenuta nel villaggio vallesano, dove alla polizia si presenta una scena simile: in alcuni chalet sulle alture di Vernayaz i cadaveri sono 25, ci sono anche dei bambini. Anche in questo caso è stato appiccato un incendio, ma c’è una differenza significativa: a dare la morte non sono stati i proiettili, ma sostanze derivate dal curaro. Senza violenza.
Gli chalet di Salvan in cui furono ritrovati 25 cadaveri
Forze dell’ordine e magistrati capiscono subito di trovarsi confrontati a un caso fuori dall’ordinario, che il 6 ottobre assumerà anche una dimensione internazionale con il rinvenimento di altri cinque corpi carbonizzati a Morin Heights, a un’ora di macchina da Montréal, in Canada. I morti sono quindi 53 in tutto, soprattutto ginevrini, ma anche francesi e canadesi. Si tratta in genere di persone istruite, con una buona posizione sociale. In comune hanno una cosa: l’appartenenza all’Ordine del Tempio Solare.
Si tratta di una setta apocalittica i cui membri sembrano essersi - almeno una parte di loro - deliberatamente uccisi per raggiungere un’altra dimensione. I due fondatori della setta, il belga Luc Jouret e il franco-canadese Joseph “Jo” di Mambro, muoiono insieme ai loro seguaci. I loro corpi sono fra quelli ritrovati a Salvan.
TG 05.10.2014 Il servizio di Massimo Isotta in occasione del ventesimo anniversario della tragedia
RSI Info 04.10.2024, 17:22
Da dove nasceva l’Ordine? Le prime tracce, Jouret e Di Mambro sono già presenti, risalgono al 1983 a Ginevra. Il nome, però, viene adottato nel 1990, quando i seguaci sono già centinaia (442 per la precisione nel 1989). “Un gruppo iniziatico che proponeva una conoscenza esoterica ma con un forte spirito comunitario”, come lo descrive oggi lo storico Jean-François Mayer, uno specialista in materia. “Erano persone in piena ricerca spirituale, alcune avevano avvicinato altri gruppi in precedenza”, dice Mayer.
Il movimento vive allo scoperto: con articoli sui media e spot pubblicitari, presenta l’immagine di una comunità di uomini e donne vicini alla terra e alla natura, che vivono felici. “Jouret”- spiega Mayer - “aveva un impatto abbastanza forte. Alla prima sua conferenza a cui ho assistito nel 1987 a Losanna c’erano 700 persone. Proprio quell’anno era stato ospite di una serie di trasmissioni alla radio romanda. Era un oratore di talento, con un’aura”. Il “vero punto di riferimento” per i membri, e l’amministratore della setta, era però Di Mambro, anche se restava nell’ombra.
Dietro la facciata felice si nasconde una realtà più oscura. Una cerchia di iniziati circonda i due “guru”, che li inducono a credere di appartenere a un’élite che sarà in grado di sopravvivere all’apocalisse. Una condanna ad alcuni membri in Canada, per possesso di armi, contribuisce però a mettere in crisi la macchina.
Crescono le critiche, i fondi che fin lì avevano permesso una vita agiata cominciano a scarseggiare e Jouret e Di Mambro preparano quello che definiscono “il transito verso Sirio”, il suicidio di massa che si materializza in quella notte di inizio ottobre di 30 anni fa. Ma da quanto si deduce dai documenti e dalla testimonianze, una parte delle vittime “non aveva nessuna intenzione di morire”, dice Mayer. “L’idea del transito”, sottolinea anche l’esperto, si era sviluppata negli ultimi due o tre anni in contemporanea con le contestazioni interne.
Un “viaggio” che non sarà l’ultimo: al Tempio Solare sono legate anche altre tragedie analoghe degli anni seguenti, quella del 1995 nelle montagne del Vercors in Francia (16 morti) e quella del 1997 in Canada (5 morti). E questo evidenzia secondo Mayer come, al di là del ruolo di Di Mambro e “dell’influenza di una capo spirituale”, “i membri aderivano a una costruzione ideologica che li considerava in possesso di un forte capitale spirituale da trasportare in un’altra dimensione”. Avevano una “convinzione dottrinale sufficiente a convincerli a compiere lo stesso cammino”.
A Salvan e Cheiry, oggi non rimane traccia alcuna dell’accaduto, se non nei ricordi di chi è stato testimone di quei giorni: gli chalet e la fattoria sono stati rasi al suolo e sostituiti da nuove abitazioni. Una vicenda del genere potrebbe ripetersi oggi? “Rimane un fatto eccezionale. Benché i gruppi spirituali nel mondo siano migliaia”, conclude Mayer, “quelli con derive violente sono una percentuale infima. Non si può escludere che oggi esista un gruppo che possa evolvere in modo simile, ma ci vuole la congiunzione di diversi fattori di rischio e anche in loro presenza può non succedere nulla”. Quando accaduto all’Ordine del Tempio Solare “non è il destino di ogni setta”.