Le donne per beneficiare della pensione dovranno lavorare come gli uomini: fino a 65 anni. L'innalzamento di un anno dell'età è stato deciso lunedì dal Consiglio degli Stati. La Camera alta con 36 voti a 8 ha dato il proprio via libera a uno degli aspetti più controversi del cosiddetto progetto Previdenza per la vecchiaia 2020 che prima di tradursi in realtà dovrà ancora superare diversi scogli.
“L'obiettivo di portare l'età di riferimento a 65 anni per tutti è aumentare l'età di pensionamento reale”, ha sostenuto Alain Berset. Attualmente le donne in media vanno infatti in pensione a 62,5 anni, ha rilevato il consigliere federale sottolineando che il progetto favorisce anche il pensionamento flessibile dai 62 ai 70 anni del quale beneficia soprattutto il gentil sesso. Chi smetterà di lavorare prima dell’età pensionabile ordinaria vedrà la sua rendita AVS decurtata del 6,37% all’anno (meno quindi del 6,8 odierno). Chi invece vorrà continuare riceverà un bonus e al 70esimo anno potrà ottenere un nuovo calcolo della rendita AVS.
Per garantire a lungo termine l’equilibrio del sistema di previdenza di fronte all’aumento delle prospettive di vita, la riforma (osteggiata soprattutto a sinistra) prevede, tra le altre cose, che il tasso di conversione del II pilastro sarà ridotto dal 6,8% al 6%. Una misura che il Consiglio degli Stati ha fatto propria con 37 voti a 7. Se la novità entrerà in vigore con un capitale LPP di 100'000 franchi se ne riceveranno quindi 6'000 all’anno e non più 6’800.
Diem/ATS
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