La Svizzera italiana deve a sua volta poter beneficiare delle positive ricadute economiche derivanti dall'acquisto dei nuovi aerei da combattimento. Con questa motivazione la commissione politica di sicurezza del Consiglio degli Stati ha deciso di modificare il volume dei cosiddetti affari di compensazione sul territorio deciso dal Governo, riportandolo dal 60 al 100%.
L'acquisto dei nuovi aerei da combattimento verrà trattato dalla Camera dei cantoni il 24 settembre. A far particolarmente discutere non sarà né la separazione del progetto Air2030 in due pacchetti distinti (caccia e difesa contraerea) né la spesa prevista (6 miliardi per gli aerei, 2 per i missili terra aria). Perlomeno stando alle deliberazioni della competente Commissione preparatoria che lunedì sera ha voluto modificare il volume degli affari di compensazione sul territorio.
Si tratta, in sostanza, dei contratti che i fornitori dovranno stipulare con imprese svizzere per attività direttamente o indirettamente legate al sistema di difesa: il Consiglio federale era sceso al 60% del prezzo d'acquisto, ritenendo la proporzione più opportuna e realistica. La commissione l'ha riportata al 100%. Il volume delle compensazioni verrebbe così ripartito: 65% Svizzera tedesca, 30% Romandia, 5% Svizzera italiana.