Svizzera

Vaccini Covid, ridotto il credito

Respinta al Nazionale la proposta di conciliazione – Il Governo chiedeva 780 milioni, ne verranno concessi 560 come deciso degli Stati

  • 16 giugno 2022, 12:46
  • 23 giugno 2023, 20:22
La Svizzera ha omologato tre vaccini: Moderna, Pfizer e J&J
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Di: ATS/dielle 

Il credito d'impegno per l'acquisto di vaccini contro il coronavirus per il 2023 ammonterà a 560 milioni di franchi invece di 780 milioni come chiesto dal Consiglio federale. Il Consiglio nazionale ha respinto oggi (giovedì) la proposta della Conferenza di conciliazione con 100 voti a 83. La conseguenza: sarà mantenuta la versione più economica del Consiglio degli Stati.

Il "no" del Nazionale rende infatti inutile un voto alla Camera dei Cantoni. Stando alla liberale Anna Giacometti, con 560 milioni sarà pur sempre possibile prenotare la metà delle dosi desiderate dal Governo, ossia sette milioni invece di quattordici. Di diverso avviso la deputata socialista Sarah Wyss, secondo cui questa scelta al ribasso obbligherà la Confederazione a rinegoziare i contratti per il 2023. "Sarete responsabili se non avremo i vaccini più efficaci e se non avremo abbastanza dosi", ha messo in guardia la consigliera nazionale socialista.

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Al Nazionale i deputati hanno sempre seguito il Consiglio federale, che aveva appunto proposto un credito d'impegno di 780 milioni di franchi. Il Consiglio degli Stati, e soprattutto il campo "borghese", si è invece sempre opposto a una simile somma, considerata esagerata, temendo che molte dosi sarebbero rimaste inutilizzate.

I 17 crediti richiesti con la prima aggiunta al Preventivo 2022 della Confederazione ammontavano a un totale di 2,7 miliardi, ora portati a 2,6 miliardi. L'aumento riguarda principalmente i contributi federali al lavoro ridotto.

Il Parlamento ha inoltre approvato il credito per l'acquisto dei vaccini Covid per il 2022. Il credito iniziale di 314 milioni è stato ridotto a 234,3 milioni dopo che si è scoperto che la Confederazione aveva firmato contratti per importi non ancora approvati dal Parlamento.

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