Il vaiolo delle scimmie è arrivato in Ticino. Di cosa si tratta e, soprattutto, c’è da preoccuparsi? Ne abbiamo discusso con il dottor Enos Bernasconi, viceprimario all’Ospedale Civico di Lugano di Medicina interna e malattie infettive.
“Non direi preoccuparsi ma dobbiamo tenere la situazione molto ben controllata”, spiega alla RSI il dottor Bernasconi. I casi confermati in Svizzera, fino a ieri (venerdì), erano 83, di cui uno in Ticino e la tendenza è esponenziale. Sono due le cose che preoccupano di più i medici e l’OMS: “Non solo la curva epidemica, siamo arrivati a diverse migliaia di casi nel mondo nel giro di poco più di un mese”, ci spiega il viceprimario Bernasconi, “ma anche il fatto che sia riuscito ad arrivare in Europa”.
Quello che sappiamo finora:
I primi focolai di vaiolo delle scimmie sono comparsi in Europa agli inizi di maggio e da allora hanno superato i 5'000 casi globali, triplicando nelle ultime due settimane. L’Organizzazione mondiale della sanità non ha ancora dichiarato l’attuale epidemia come un’emergenza sanitaria globale ma sta monitorando l’evoluzione.
Il vaiolo delle scimmie è un Orthopoxvirus, della stessa famiglia del vaiolo umano e, fino a quest’anno, era endemico ma confinato in alcune regioni dell’Africa centrale. Gli scienziati e gli esperti dell’OMS stanno ancora studiando il virus ma si teme già che possa essere mutato molto di più di quanto si potesse supporre per un virus di questo tipo e ha già chiesto agli stati europei di agire urgentemente al suo controllo.
Come si trasmette:
Il virus si trasmette prevalentemente per contatto fisico pelle-pelle e tramite scambio di liquidi come le goccioline. I primi focolai, infatti, sono stati individuati dopo alcune feste con molte persone presenti che hanno avuto contatti intimi tra loro.
I sintomi
I primi sintomi della malattia sono febbre, mal di testa, dolori muscolari e alla schiena e gonfiore dei linfonodi. Da uno a tre giorni dopo la comparsa della febbre, si sviluppa un'eruzione cutanea con vescicole o pustole. L'eruzione cutanea di solito si diffonde dalla testa al resto del corpo. Possono essere colpiti anche i palmi delle mani e le piante dei piedi.
Per saperne di più
Ufficio federale della sanità pubblica (italiano)
Quali sono le fasce a rischio:
“Coloro che sono a rischio di complicazioni sono le persone con un sistema immunitario compromesso”, ci spiega il Prof. Bernasconi, “ma anche i bambini piccoli e le donne in gravidanza”. Attualmente, il 10% delle persone testate positive sono state ospedalizzate, ma non è stato segnalato alcun decesso. I testati positivi nel 99% dei casi sono uomini adulti, ma si sta lentamente espandendo anche alle fasce più a rischio.
Cosa fare per proteggersi:
Le misure di protezione usate durante la pandemia di Covid e soprattutto le misure di igiene accresciuta, come l'uso del disinfettante e il lavarsi frequentemente le mani, sembrano proteggere anche dal vaiolo delle scimmie. È importante però "riconoscere questa malattia e chiamare il proprio medico”, sottolinea il viceprimario, “e qualora dovessero aumentare i numeri, bisognerà soprattutto evitare o ridurre i contatti intimi, soprattutto con persone che non si conoscono, e questo dovrebbe già essere una buona protezione”
Il vaccino del vaiolo protegge?
Coloro che hanno ricevuto il vaccino del vaiolo, fino al 1972, “sono un po’ protetti ma è difficile dire quanto”, rassicura il viceprimario all’Ospedale regionale di Lugano. Secondo i dati raccolti dall’OMS in Africa, il vaccino del vaiolo dovrebbe offrire una protezione dell’85%, ma non c’è ancora alcuna certezza scientifica su questo fatto.
E per chi non ha fatto il vaccino contro il vaiolo?
Attualmente nessun vaccino contro il vaiolo delle scimmie è stato approvato in Svizzera, ma “se ci saranno situazioni di epidemie locali, allora credo che si inizieranno dei programmi di vaccinazione in Svizzera”, spiega il dottor Bernasconi.
(L'intervista completa al dottor Bernasconi nel video in cima all'articolo)
Vaiolo delle scimmie, primo caso in Ticino
Il Quotidiano 23.06.2022, 21:00