Gli apprendisti svizzeri fanno spesso incette di medaglie nell’ambito dei campionati mondiali delle professioni; sono in vece in difficoltà quando si tratta di concorrere per un posto di lavoro all’estero, perché spesso la precedenza viene data ai candidati che detengono un bachelor o un master, titoli di studio più noti a livello internazionale rispetto a quelli rilasciati dalle scuole specializzate superiori elvetiche. Entro la fine dell’anno, quindi, la Segreteria di Stato per la formazione farà delle proposte su come intende aumentare la competitività dei professionisti svizzeri.
Obiettivo: agevolare la mobilità
“Il problema è che se per esempio vuole lavorare in Italia, lì chiedono sempre il bachelor che non abbiamo (per quanto riguardala formazione professionale, ndr.), quindi è quasi impossibile per i professioni svizzeri lavorare in Italia, poiché manca sempre questo titolo”, spiega a i nostri microfoni il consigliere nazionale Matthias Aebischer. Il parlamentare socialista ha già presentato due mozioni volte a equiparare i titoli della formazione professionale superiore della Svizzera alle denominazioni in uso all'estero. Ora la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione sta analizzando il sistema delle scuole specializzate superiori, istituti professionali frequentati da chi ha conseguito un attestato federale di capacità. L'obiettivo è di agevolare la mobilità dei professionisti svizzeri grazie a titoli di studio chiaramente riconoscibili sul piano nazionale e internazionale.
Nuovi titoli dal 2023
“Sulla prima pagina ci sarebbe scritto ‘diploma svizzero’, ma sulla seconda si indicherebbe il fatto che si tratta di un bachelor, o master, professionale”, ci spiega meglio il deputato bernese. Il progetto di riforma verrà presentato alla fine dell'anno. Stando a Aebischer, anche se non è ancora ufficiale, i titoli " bachelor e master professionale" verranno introdotti a partire dal 1° gennaio 2023.