L'afghano rinvenuto senza vita dopo lo scoppio verificatosi in casa sua, il 18 febbraio a Delémont, non è rimasto vittima di un incidente, ma di un omicidio mascherato e il presunto responsabile, che ha fatto alcune ammissioni, si trova in detenzione preventiva.
L'autopsia -hanno indicato venerdì gli inquirenti giurassiani- ha rivelato che a uccidere il 33enne è stato un colpo alla testa. Il mazzuolo di cui s'è servito l'assassino è stato d'altronde rinvenuto così com'è stata trovata una bottiglia contenente la benzina che sarebbe stata usata per accelerare l'incendio scatenato dall'esplosione, a sua volta originata dal gas fuoriuscito dai rubinetti lasciati aperti in cucina.
Sarebbe pure stata accertata la presenza nell'abitazione di una terza persona oltre a due dei tre figli del morto, tratti in salvo dai soccorritori.
ATS/dg