Davos ha una lunga, lunga Promenade costellata di negozi. Questa settimana però hanno ceduto i loro spazi alle decine e decine di aziende internazionali che ne occupano i locali e ne stravolgono gli interni, per mostrare in modo accattivante il proprio marchio ed accogliere potenziali clienti o investitori durante il WEF.
L’affare migliore forse lo ha fatto l’Ucraina: ha occupato un negozietto dalle dimensioni ridotte, vi ha installato una postazione DJ ed un piccolo palco. Lunedì sera vi si suonavano canzoni dei Nirvana con strumenti tradizionali ucraini. A volume ben calibrato. Lo spazio è piccolo, si riempie in fretta, l’ambiente è assicurato. La cucina e il bar lavorano a ritmo frenetico.
Il lato più gustoso: Casa Ucraina è andata ad installarsi proprio di fronte a Casa Russia. Impossibile ieri sera ignorare il clima festoso che ha avvolto il locale. Quella di fronte però è già divenuta in pochi anni un’istituzione, un piccolo centro dei congressi alternativo dedicato interamente alla Russia e al suo business.
Anche quest’anno Mosca invia a Davos una delegazione di secondo piano, senza rappresentanti di spicco. Non è interessata ad un’immersione completa nella girandola di incontri, conferenze, eventi che riempiono completamente questa settimana nella località grigionese, sotto il marchio WEF.
Casa Russia ha una propria programmazione quotidiana, piuttosto fitta: dibattiti, presentazioni, promozioni… e offre anche spazi appositi per i giornalisti che vogliono installarsi qui, per seguire queste mosse più discrete piuttosto che calarsi nei gironi del Villaggio Media costruito a ridosso del centro conferenze che accoglie il Forum economico mondiale.
Quest’anno il clima di Casa Russia sarà meno ovattato. Ha trovato un dirimpettaio festaiolo, installatosi non si sa quanto casualmente proprio di fronte. Proprio lì. E che promette musica, cibo e festa tutte le sere. Per ricordare che rimane il vicino della Russia. …anche per tutto il resto dell’anno.
Pierre Ograbek