Dopo due anni di pausa a causa della pandemia di Covid-19, il Forum economico mondiale (WEF) torna a riunire in presenza vari leader mondiali. Fra i presenti ci saranno anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, nonché la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il fondatore dell'annuale riunione, Klaus Schwab, ha definito questa edizione "la più opportuna" di sempre. Complessivamente saranno oltre 50 i capi di Stato e di governo che parteciperanno insieme a circa 2'500 personalità del settore privato e della società civile. I lavori entreranno nel vivo lunedì, dopo il discorso d'apertura del presidente della Confederazione Ignazio Cassis previsto alle 10.45.
L'Ucraina al centro delle discussioni
La situazione politica ed economica legata alla pandemia e alla guerra in Ucraina "è senza precedenti", ha affermato Schwab, parlando di rottura dal contesto internazionale successivo alla Seconda Guerra mondiale e alla Guerra fredda. "Faremo tutto il possibile per sostenere l'Ucraina" nella sua ripresa, ha poi aggiunto il fondatore del WEF. Pochi giorni fa, la direzione aveva già rivelato che il Paese dell'Europa orientale sarebbe stato al centro dell'incontro. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà il primo leader straniero a rivolgersi ai partecipanti lunedì, in collegamento da Kiev.
Assenti gli ospiti russi, non graditi, è invece attesa una folta delegazione ucraina, con rappresentanti del governo, del parlamento, del settore privato e della società civile. Fra loro pure il sindaco della capitale ucraina Vitaly Klitschko e il capo della diplomazia Dmitro Kuleba.
Come sempre, nelle montagne grigionesi sarà molto nutrita anche la presenza di consiglieri federali. Il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis, terrà il discorso di apertura lunedì, prima di partecipare a una serie di dibattiti organizzati presso la Casa svizzera.
Manifestanti meno numerosi del previsto
Una cinquantina di attivisti per il clima, partiti sabato da Küblis (GR), hanno raggiunto Davos domenica per protestare contro il Forum economico mondiale (WEF). "WEF, riunione di assassini", hanno scandito i manifestanti. I presenti hanno chiesto che la natura e le persone siano di nuovo al centro dell'economia, invece dell'avidità di ottenere di più. A loro avviso, bisogna alzare la voce durante il Forum mondiale, dove solo i ricchi possono farsi sentire.
Manifestazione meno calda del previsto a Davos
L'obiettivo degli organizzatori era però di mobilitare più gente. "Impareremo dai nostri errori", ha dichiarato a Keystone-ATS Gianna Catrina, portavoce dell'alleanza Strike WEF. Nemmeno l'arrivo di rappresentanti della Gioventù socialista (GISO), che domenica si sono uniti agli attivisti, ha attirato una grande folla. L'evento verrà comunque riproposto anche l'anno prossimo: "Riusciremo a portare molte più persone", ha promesso l'addetta stampa.
In totale, i partecipanti alla manifestazione anti WEF erano circa 70. "Si sta celebrando un matrimonio tossico tra le élite dirigenziali e i governi: è ora di divorziare", ha detto la presidente della GISO Ronja Jansen. "La democrazia si ferma alle porte degli affari", ha proseguito, sottolineando che è unicamente il denaro ad avere voce in capitolo e chiedendo la fine del capitalismo.