Il Consiglio nazionale ha bocciato, con 144 voti a 27 e 6 astenuti, un progetto del Consiglio federale volto a proteggere i cosiddetti "whistleblower", i dipendenti che segnalano irregolarità sul posto di lavoro.
Per la maggioranza le norme proposte sono troppo complicate. La complessità risiede nella struttura stessa del progetto, che prevede una soluzione "a cascata" secondo cui un'informazione dell'opinione pubblica può avvenire soltanto a condizioni molto restrittive, ha affermato Christa Markwalder (PLR/BE).
Altri parlamentari, come Beat Flach (PVL/AG) e Hans Egloff (UDC/ZG), hanno inoltre ricordato come nel frattempo in molte aziende private siano stati messi in atto meccanismi di segnalazione interni che funzionano. Una minoranza, essenzialmente esponenti del PDD, ha invece sostenuto la proposta del Consiglio federale.
Le proposte sulle quali si è espresso lunedì il Nazionale sono state formulate nel settembre 2018 dal Consiglio federale che aveva rielaborato un precedente progetto giudicato anch'esso troppo complesso dal Parlamento nel 2015.
Il succo del nuovo progetto è però rimasto invariato. In linea di massima, una segnalazione è ammessa solo se il dipendente si rivolge prima al datore di lavoro, poi a un'autorità e, in ultima istanza, al pubblico. Denunce anonime sarebbero possibili.
Se anche gli Stati bocceranno il progetto, si rimarrà alla situazione attuale. Oggi sono i tribunali che di volta in volta decidono se una segnalazione di un'irregolarità sul posto di lavoro sia ammissibile o no.
CN, bocciato progetto di legge sui whistleblower
Telegiornale 03.06.2019, 22:00