Ticino e Grigioni

È morto Giorgio Bellini

Si è spento ieri a Gandria il noto e controverso protagonista dell’attivismo di sinistra negli anni ‘70 e ‘80

  • Ieri, 18:32
  • Ieri, 18:59
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Da SEIDISERA del 01.12.2024

RSI Info 01.12.2024, 18:44

  • Fontana edizioni
Di: RSI Info/ARi 

Giorgio Bellini, figura di spicco e controversa dell’attivismo politico negli anni ‘70 e ‘80, è morto ieri, sabato, a Gandria, dove da anni si occupava di gestire la Bottega del paese.

Bellinzonese di origine, classe 1945, si appassionò nella giovinezza alle ideologie di sinistra e organizzò anche uno sciopero in un calzaturificio a Stabio. All’inizio degli anni ‘70 si trasferì nella Svizzera tedesca, dove aderì a gruppi autonomi e visse di lavori saltuari. Si rese quindi protagonista, nel clima di protesta dell’epoca contro lo sfruttamento dell’energia nucleare, di varie azioni di sabotaggio: quella forse più clamorosa, nel 1979, fu l’esplosione che distrusse il padiglione informativo della progettata centrale atomica di Kaiseraugst, nel canton Argovia. Altri atti, in seguito, presero di mira gli impianti di Leibstadt e di Gösgen causando danni materiali. Per molti anni le precise responsabilità non vennero accertate. Ma fu lo stesso Bellini, una volta prescritti i reati, a riconoscere il suo coinvolgimento in un’intervista rilasciata alla NZZ nel 2021. Nella stessa precisò che tali atti erano sempre diretti ed esclusivamente contro le cose e facendo tutto il possibile per non mettere vite umane in pericolo.

Bellini fu anche sospettato di collaborare con Ilich Ramirez Sanchez, il famigerato terrorista venezuelano meglio conosciuto con lo pseudonimo di “Carlos”. A causa di questi sospetti Bellini venne arrestato in Germania, nel febbraio del 1981. Ma contro la sua detenzione alcuni simpatizzanti riuscirono a compiere, nel maggio successivo, una clamorosa irruzione negli studi del Telegiornale, a Zurigo, durante la diretta dell’edizione in lingua tedesca : la trasmissione venne interrotta (guarda il VIDEO qui in basso) e al pubblico fu mostrato un cartello con la scritta “Freedom and sunshine for Giorgio Bellini”, ossia “libertà e sole per Giorgio Bellini”.

Bellini, in effetti, ebbe modo di incontrarsi più volte con “Carlos”, a Budapest. Ma negò sempre di aver cooperato col terrorista e motivò tali incontri con “curiosità professionale” visto che, all’epoca, lavorava occasionalmente come giornalista. I sospetti di una collaborazione, tuttavia, portarono all’apertura di un procedimento penale che sfociò in una detenzione preventiva nel 1994. Nei mesi successivi però Bellini, insieme ad altre 3 persone, venne scarcerato vista l’assenza di prove per un’incriminazione formale. Per il periodo trascorso in carcere gli venne quindi riconosciuto e corrisposto un risarcimento.

Autodidatta e dotato di una personalità eclettica, Bellini si distinse negli ultimi decenni per varie pubblicazioni. Diresse in particolare, su incarico dell’Università di Berna, l’Inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera (IVS). In seguito pubblicò un libro sulla strada del San Gottardo e intraprese due importanti ricerche: la prima sulle strade ticinesi all’epoca della Repubblica Elvetica e la seconda sulla costruzione delle strade cantonali in Ticino a partire dall’Ottocento.

I funerali si svolgeranno a Lugano martedì prossimo.

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