Non ha mai scalato l'Everest, e neppure il K2. Si muove lontano dalle cime altisonanti, ma non per questo le sue scalate risultano inferiori, anzi. Hervé Barmasse, alpinista valdostano, riesce a emozionare affrontando anche montagne vicino a casa, in solitaria o senza aiuti. Un'attitudine che ha fatto di lui il testimone di una nuova cultura dell'alpinismo: più rispettosa, che premia le emozioni dell'ascesa più del raggiungimento della cima. Il come, non il quanto… anche se questo vuol dire fermarsi a soli 3 metri dalla vetta mentre stai scalando il tuo primo 8'000.
Nato e cresciuto a Valtournenche, ai piedi del mitico Cervino, che per lui si chiama però Gran Becca (grande montagna nel dialetto patois valligiano), è considerato un montanaro sensibile con il dono del racconto (suo il libro “La montagna dentro”). È il quarto “figlio del Cervino” della sua famiglia, una dinastia di guide alpine che risale fino al bisnonno.
A Tenero ad ascoltarlo la scorsa settimana c’erano più di 400 persone… non perderti l’approfondimento in onda al Quotidiano questa sera.
Le vette di Barmasse
Il Quotidiano 30.01.2019, 20:00