“Lo sciopero più grande di sempre nel pubblico”

Se l’obiettivo era contarsi, i numeri dicono che erano tanti. Decisamente di più dell’ultima volta, quando dodici anni fa lo sciopero degli statali portò in Piazza Governo circa 1’500 persone. Stavolta invece al corteo (e poi al raduno di fronte al Palazzo delle Orsoline), si sono presentati in molti di più. Tutti per protestare contro il mancato riconoscimento del carovita, i mancati rimpiazzi del partenti e, probabilmente, i risparmi che si annunciano per il futuro. La stima della polizia per il solo corteo parla di quasi 4’000 persone. Gli organizzatori alzano la cifra a 6’000. Attorno alla fontana della Foca, verosimilmente, si sono presentati in 5’000.

Ma al di là dei numeri, la manifestazione odierna ha mostrato una partecipazione quanto mai eterogenea. C’erano studenti, docenti, operatori del settore socio-sanitario e anziani. Una variegata platea di cittadini che ha assistito preoccupata ai discorsi dei sindacalisti (la protesta era organizzata dalla VPOD, dall’OCST e dal SIT) e del portavoce di ErreDiPi (la Rete per la Difesa delle pensioni).

Parole forti, quelle di Enrico Quaresmini (ErreDiPi) che ha parlato di “terrorismo contabile”. Ma anche parole di soddisfazione, come quelle di Raoul Ghisletta (VPOD), secondo il quale: “Questa è una giornata storica! È lo sciopero più grande mai fatto nel settore pubblico in Ticino!”. Per Xavier Daniel (OCST) è stato invece importante l’unione tra i vari attori toccati dalle misure di risparmio: “Siamo in piazza per dimostrare che siamo in grado di unire le nostre forze per combattere contro lo smantellamento del servizio pubblico”, ha detto.

Numeri che però non sembrano aver impressionato più di tanto il Governo. Il Consiglio di Stato, in una presa di posizione che, verosimilmente ai partecipanti ha dato più fastidio della timida e rispettosa pioggerella, ha dichiarato di aver “preso atto dello sciopero”, ma ha pure aggiunto che “questo sciopero appare poco comprensibile”.