C’è ancora molto da fare per quanto riguarda la conciliabilità tra lavoro e famiglia. E alcuni mesi fa la Federazione delle associazioni femminili Ticino Plus aveva lanciato un appello ai Comuni ticinesi chiedendo, appunto, di migliorarla, investendo più risorse per asili nido a costi accessibili, pre- e doposcuola, mense scolastiche.
Oggi (giovedì) la Federazione ha rinnovato le sue richieste, presentando i risultati di una raccolta firme. Le 2’212 firme raccolte verranno consegnate direttamente ai Comuni, per chiedere più investimenti in 3 ambiti concreti.
“Chiaramente adesso cerchiamo di aprire un dialogo con i Comuni; manderemo una lettera con l’appello a tutti i Municipi”, spiega Gina La Mantia, co-presidente della Federazione delle Associazioni Femminili Ticino Plus. “Si tratta di tre richieste: asili nido accessibili a tutte le famiglie., servizi di pre- e doposcuola e mense scolastiche a prezzi moderati.” Il costo dell’asilo nido, per intenderci, non dovrebbe superare il 5% del reddito della famiglia. Il problema di questi servizi è che sono ripartiti in maniera disomogenea nei vari Comuni. “Ci sono Comuni che da una parte hanno più mezzi finanziari, ma anche magari una mentalità più aperta, mentre altri magari non vedono tanto la necessità, oppure hanno meno mezzi finanziari a disposizione. Bisogna forse aumentare gli aiuti ai Comuni che vogliono investire per la conciliabilità lavoro-famiglia”, dice La Mantia.
Investire nella conciliabilità famiglia-lavoro
SEIDISERA 25.04.2024, 18:51
La RSI ha chiesto a Davina Fitas, presidente della Commissione cantonale per le Pari Opportunità, che apporto dà il Cantone ai Comuni in questo senso. “Il Cantone deve incentivare i Comuni a fare questo passo per poter realizzare queste strutture d’accoglienza in modo proprio molto più capillare”, dice Fitas. Ma questo si traduce in maggiori finanziamenti? “Adesso bisognerà vedere se la situazione, con l’ultimo bilancio, sia stata migliorata, anche perché ricordiamo che il nostro Cantone ha un basso tasso di natalità, quindi questo deve anche spingere la politica a mettere in atto anche aiuti ancora più concreti a livello finanziario”, sottolinea Fitas.
Gina La Mantia, dal canto suo, spiega che “non è una questione femminile, è una questione di società. Tante volte si parla di investimenti per le infrastrutture, per le strade, per il turismo. E poi la questione della conciliabilità viene quasi vista come un aiuto sociale. Non lo è. È un investimento per il futuro dei Comuni”.
Più persone sul mercato del lavoro (persone quindi che non scelgono di restare a casa ad accudire i figli), pagano più imposte. Imposte che vanno poi a finanziare servizi e strutture per l’accudimento dei bambini. Un messaggio chiaro, insomma, che oggi non è, diciamo così, stato preso in consegna. “Purtroppo no. Noi avevamo chiesto all’Associazione dei Comuni di prendere in consegna queste firme. Loro hanno declinato l’invito, hanno detto che non potevano prendere posizione su un tema politico”, sottolinea La Mantia.
Il presidente dell’associazione dei Comuni ticinesi, Felice da Fond, ha però ribadito che non rientra nei compiti del loro statuto prendere posizione su progetti concreti di questo tipo. Proprio perché la realtà comunale ticinese è molto frammentata, i destinatari devono essere i singoli Comuni.
L'equilibrio tra lavoro e famiglia
Il Quotidiano 24.01.2024, 19:00