Si è aperto oggi, lunedì, a Lugano il processo contro un imprenditore 52enne italiano del Luganese. L’uomo, ex adepto di Scientology che si trova agli arresti dal giugno del 2023, è accusato di aver creato una voragine finanziaria ai danni in particolare di una ricca ereditiera statunitense, pure aderente a questo movimento religioso e fra i suoi maggiori sostenitori dal profilo finanziario.
Il principale imputato era stato anche in Florida, dove Scientology (che non è indagata) ha il suo principale tempio, e la sua carriera (è attivo nel commercio dei metalli) aveva avuto da quel momento una svolta grazie ai finanziamenti della miliardaria americana. Nel settembre del 2022, però, i consulenti legali di quest’ultima si erano accorti delle perdite nelle società dell’imprenditore e nel 2023 era scattata la denuncia.
Con un presunto complice di origine ucraina, l’uomo avrebbe causato un buco da 18 milioni, secondo i calcoli degli specialisti della procura, vuotando le casse delle due società da lui controllate e di una terza riconducibile all’ereditiera.
Nel corso del dibattimento si tratterà di capire se il denaro sottratto sia ritornato in buona parte a favore di Scientology, come sostiene la vittima, o se soltanto una minima parte di esso sia stato donato alla Chiesa, come sosterrà l’accusa.
Amministrazione infedele aggravata e ripetuta, truffa, falsità in documenti e riciclaggio di denaro sono le imputazioni contestate al 52enne. Il dibattimento non è ancora entrato nel vivo: la difesa diretta dall’avvocato Tuto Rossi ha alzato un fuoco di fila di vizi di forma, di questioni preliminari e di richieste di nuove prove che la Corte ha puntualmente respinto. In particolare si contestava la perfetta conoscenza dell’inglese burocratico da parte della corte e degli assessori giurati, visto il numero di atti redatti in questo gergo. Si torna in aula martedì.