Si è trattato di un fatto di cronaca piuttosto unico in Ticino: la demolizione di due case e di una stalla ordinata dall’autorità comunale. Succede in Val Colla, a Certara, e ad averne dato notizia è stato il Corriere del Ticino, che spiega come i lavori siano già iniziati
Si parla di edifici di proprietà di un cittadino tedesco che vive al nord delle Alpi. Li aveva comprati alcuni anni fa in maniera scaglionata, a partire dal 2005. Il punto centrale è che gli edifici sono stati costruiti fuori zona edificabile - spiega SEIDISERA in un approfondimento dedicato al tema – e la loro costruzione risale ai tempi in cui Cetara non faceva ancora parte del Comune di Lugano. Nel corso degli anni, l’uomo ha fatto una serie di lavori dai quali è emersa la situazione abusiva e poi, fra domande di costruzione, risposte negative delle autorità e ricorsi, si è arrivati a oggi con l’ordine di demolizione del Comune di Lugano, peraltro preavvisato positivamente dal Cantone che ha competenze sul fuori zona.
Di abusi in campo edilizio si parla da anni, ma quanto è eccezionale un intervento simile su edifici interi? Le cifre ufficiali del Dipartimento del Territorio parlano ad oggi, fra interventi importanti e meno importanti, di circa 550 ordini di ripristino cresciuti in giudicato che insomma devono essere fatti rispettare dai Comuni. Ma gli abbattimenti non sono frequenti, spiega Claudio Cereghetti, avvocato ed esperto di diritto della costruzione, “anche perché intervengono alla fine di una procedura e pongono una serie di difficoltà anche agli enti pubblici. Sono però interventi che sono previsti dalla legge; secondo la legge edilizia cantonale, i municipi hanno l’obbligo di ripristinare delle situazioni conformi al diritto e, in casi gravi, in particolare fuori dalla zona edificabile, il ripristino implica la demolizione dell’opera abusiva. In realtà quello che sta succedendo è esattamente quello che deve succedere”.
C’è dunque un obbligo, ma il passaggio all’atto è tutto tranne che certo. Il sistema è complicato e le difficoltà numerose. “Non solo in Ticino, ma anche a livello svizzero non è mai semplice ripristinare una situazione conforme al diritto per tanti motivi, pratici e giuridici. La procedura è abbastanza complicata, magari si potrebbe snellire. Poi comunque bisogna investire delle risorse e ci vuole una volontà politica”, continua l’avvocato Cereghetti.
La volontà politica di cui parla l’esperto deve essere presente sia a livello comunale sia cantonale. È infatti il Comune ad eseguire le sentenze, ma gli interessi in gioco, si sa, spesso sono tanti e le connivenze pure. Occorrerà ora capire se un caso come quello di Certara potrà segnare un cambio di passo nell’applicazione della legge. Se insomma le autorità riusciranno a garantire una parità di trattamento anche in altri casi.
Nel caso specifico, le autorità coinvolte sono appunto quelle comunali e quella cantonale. Nel frattempo, nella Berna federale si sta ancora discutendo della regolamentazione delle zone edificabili, mentre a livello normativo “quando la fattispecie concerne i fuori zona, il Tribunale federale è molto severo. Quando c’è l’interesse pubblico contro l’interesse del proprietario, la giurisprudenza del Tribunale federale degli ultimi anni ci mostra che l’interesse pubblico è sempre preponderante”, spiega alla RSI Walter Maffioletti, docente di diritto all’Accademia di Architettura di Mendrisio.
C’è da chiedersi se questa severità poi ha dei riflessi nell’applicazione a livello anche dei Cantoni dei Comuni… “In Svizzera il Tribunale federale è competente per le decisioni. Le applicazioni delle decisioni spettano ai Cantoni, rispettivamente ai Comuni. In questo ambito c’è un grande potere discrezionale e le situazioni sono differenti da Cantone a Cantone”. Ma, prosegue l’avvocato, le indicazioni a livello di giurisprudenza “sono molto chiare”.

Oltre 500 i rustici fuori zona edificabile
Il Quotidiano 19.01.2024, 19:00