Negli scorsi giorni ha fatto molto parlare il caso del direttore di una scuola media del Luganese arrestato con l’accusa di atti sessuali con fanciulli. Denunciare o segnalare un abuso è una decisione che può rivelarsi difficile, ed è per questo che a Bellinzona è nato un servizio di consulenza in ambito scolastico per situazioni di possibili maltrattamenti o abusi sessuali su minori a cui i docenti possono fare capo in caso di dubbi o sospetti.
Il team che lo compone è formato da 4 psicologi ai quali gli operatori scolastici sono liberi di far capo. "Offriamo consulenza inizialmente telefonica e se dovesse essere necessario poi ci rechiamo nelle sedi per approfondire i casi" spiega la psicologa Paola Iametti ai microfoni di RSI.
Rompere il muro del silenzio non è però così evidente e per questo non tutti i casi riescono ad arrivare a ufficio. "C'è una componente di paura e ansia di poter rovinare la carriera o la vita delle persone, ma in queste situazioni noi riportiamo sempre il focus sulla tutela del minore" specifica Iametti. "Noi abbiamo il compito di approfondire il caso specifico per comprendere se ci si trova di fronte a un caso di maltrattamento o abuso sessuale" aggiunge.
A frenare la denuncia si sono inoltre i vari tabù che si legano alla tematica. "Sono situazioni che smuovono molte emozioni, le quali possono spingere la gente a far finta di non aver visto, oppure di aver frainteso, ma anche generare reazioni troppo interventiste".
L'obiettivo per il prossimo anno scolastico sarà quello di fornire informazioni per i docenti, in modo da aiutarli a capire quali potrebbero essere i segnali che indicano uno stato di maltrattamento che, spesso, sono generici e necessitano di un quadro di insieme per essere compresi.