Ticino e Grigioni

Acqua, appelli alla parsimonia

Panoramica sull'emergenza siccità che, nonostante le recenti piogge, è tutt'altro che rientrata

  • 4 maggio 2022, 10:01
  • 20 novembre, 16:00
Di: Gianluca Blefari 

"È vero che ha piovuto un po’, ma le precipitazioni sono state esigue e non sono andate sicuramente a rimpolpare le sorgenti, che hanno bisogno di più acqua". Ad affermarlo è Maurizio Barro, presidente dell'Associazione acquedotti ticinesi e responsabile del Settore acqua dell'Azienda Multiservizi Bellinzona.

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Finalmente la pioggia

Il Quotidiano 24.04.2022, 21:00

Dopo 6 mesi di piogge quasi assenti, si è concluso il periodo più povero di precipitazioni mai registrato in Ticino e Moesano. Come sottolineato da MeteoSvizzera "per ritrovare una giornata così piovosa sul Sopraceneri bisogna risalire al 3 novembre 2021". L’emergenza data dalla carenza di acqua però non è finita. "La situazione da un punto di vista delle riserve idriche rimane quella di poche settimane fa", prosegue Barro. "Queste piogge hanno però aiutato la vegetazione: con un ambiente meno secco bisogna innaffiare di meno, quindi, in teoria, si consuma di meno".

Il punto sulle condizioni meteorologiche

"Le ultime precipitazioni, cominciate sabato 23 aprile, con 40-60 mm nel Sopraceneri e 20-30 mm nel Sottoceneri non sono state sufficienti a colmare il deficit idrico", rimarca Luca Nisi di MeteSvizzera. È pur vero che "l'inverno nella nostra regione è climatologicamente avaro di precipitazioni". Bisogna però vedere di quanto, l'inverno 2021/2022 si è discostato dalla norma. Riferendosi al decennio 1991-2000, tra dicembre e aprile la norma indicherebbe un ammontare di 419 mm di acqua al metro quadrato (pluviometro di Parco Ciani a Lugano). Quest'anno ce ne sono stati solo 126 mm.

A mancare, spiega Luca Nisi, sono state le precipitazioni da sbarramento, ovvero quelle causate dalle correnti che dal Mediterraneo portano l'umidità a 'scontrarsi' contro la catena alpina. Si tratta di precipitazioni estese, anche temporalesche, che hanno un potenziale anche di oltre 200-300 mm in 24 ore (il record è detenuto dalle Centovalli con 455 mm misurato il 26 agosto 1935). Hanno prevalso invece correnti da nordovest, tant'è che la situazione delle Alpi occidentali (Oberland bernese e basso Vallese) è diversa da quella ticinese.

L'inverno 2021/2022, dai dati disponibili, risulta il più secco di sempre. Lo si evince bene anche dai tweet di MeteoSvizzera dove sono paragonati gli ultimi 5 mesi alle annate più secche del secolo scorso. I dati forniti sfatano anche un luogo comune: sarà un'estate d'acqua? "Come vediamo dai grafici relativi alle annate più siccitose - sottolinea l'esperto di Locarno-Monti - non è detto che i rovesci e i temporali tipici del periodo caldo siano sufficienti a colmare il deficit".

I grafici di MeteoSvizzera

Nelle prossime settimane, azzarda Luca Nisi, "almeno fino al 15 maggio situazioni di sbarramento con precipitazioni abbondanti sono poco probabili. Potrebbero verificarsi delle giornate caratterizzate da un debole ciclo diurno delle precipitazioni: sole al mattino e qualche rovescio sparso dal pomeriggio. Ma questi, sebbene diano sollievo alla vegetazione, non risolvono il problema del riempimento di bacini idrici e di acqua potabile".

Le fonti di approvvigionamento

"Chi ha disposizione l’acqua di falda (praticamente, i fiumi sotterranei) o il lago, il problema non lo sente", spiega Maurizio Barro. Le pianure alluvionali, come il Piano di Magadino, sono infatti più al sicuro perché meno influenzate dalle precipitazioni. Ad essere in difficoltà sono i comuni approvvigionati da sorgenti, sui versanti, che sono in secca.

"Trovare fonti nuove è difficile - aggiunge Barro - perché a livello di piano è tutto costruito, quindi è difficile costruire nuovi pozzi e garantire che l’acqua resti pulita, senza conflitti con agricoltori e industrie". "La gestione dell’acqua è competenza del comune - prosegue - ma negli anni, vuoi per le aggregazioni, vuoi per i piani cantonali di approvvigionamento idrico, sono stati messi in rete gli acquedotti di vari comuni. Certi non l’hanno ancora fatto e queste situazioni mettono a nudo le loro fragilità".

"A livello cantonale, molto è stato realizzato negli ultimi anni, e questo ci permette oggi di avere pochi comuni in cui la situazione è molto grave. Gli investimenti stanno aiutando a parare il colpo. Poi è chiaro che se non piove da nessuna parte... non posso far capo al ‘vicino’". Vari sono inoltre i progetti in corso, come l’Acquedotto regionale del Mendrisiotto, o anche la messa in reta a Bellinzona di Gudo, Cugnasco e Gerra. "La direzione è quella", sottolinea Barro. "Diversificare le fonti a livello regionale e aiutarsi tra i vari comuni. Le AIL di Lugano, inoltre, stanno progettando un sistema di captazione d’acqua a lago".

Il caso di Gordevio

Nel comune di Gordevio, nella Valle Maggia, per quattro notti consecutive durante il periodo pasquale, si è deciso di chiudere i rubinetti agli abitanti. Il paese aveva constatato che il consumo d’acqua nell’arco di 24 ore era superiore a quello che arrivava dalle sorgenti. "Con la portata massima, lavoriamo a 28 litri al secondo, adesso è da un po' che si è assestata ai 7 litri al secondo" spiega Paolo Maddalena, responsabile dell'acquedotto patriziale di Gordevio. "Noi abbiamo ancora a disposizione 600'000 litri al giorno, ma ci sono dei giorni in cui vengono utilizzati anche 630'000 litri, ecco allora che il serbatoio si abbassa di 40 centimetri".

La situazione dell'acquedotto di Gordevio

"Ultimamente abbiamo avuto l'impressione che la gente si sia un po' lasciata andare, facendosi fuorviare dalla pioggia caduta ultimamente e dal verde", prosegue Maddalena. "Noi registriamo una media di prelievo tra mezzanotte e le 6 di mattina di 120'000 litri. Ma in un paio di occasioni sono stati prelevati 160'000 litri, un eccesso forse dovuto al riempimento o ricambio dell'acqua delle piscine. Prelievi notturni particolari, con picchi di 15-20 minuti, siamo inoltre propensi a credere siano dovuti ai sistemi di irrigazione automatica dei giardini".

"Siamo in deficit da un paio di settimane - lamenta il responsabile dell'acquedotto di Gordevio - e quando il livello scende troppo l'unica soluzione è bloccare i prelievi, non si scappa. Abbiamo lanciato appelli a più riprese alla popolazione. Se andiamo avanti così a giugno potrebbero presentarsi seri problemi. In tal caso dovremo essere più severi, e completare la messa in opera di un pompaggio provvisorio che fa capo al pozzo di prova vicino al fiume Maggia. Utilizzazione già autorizzata per l'attuale situazione di emergenza. Il nostro acquedotto attualmente non è in rete - aggiunge - ma in futuro gli sviluppi possibili sono quelli di una collaborazione a livello della bassa Valle Maggia".

Il comune di Gordevio non è l’unico ad aver emanato avvisi di uso parsimonioso. Ci sono anche Lumino, e nel Bellinzonese, Pianezzo-Paudo, per esempio. Anche nel Mendrisiotto la situazione non è facile.

Cosa fare nel proprio piccolo

In Svizzera siamo il "castello d’acqua" d’Europa, spiega il direttore dell'Associazione degli acquedotti, Maurizio Barro. "Forse è l’unica risorsa naturale che abbiamo, finora. Infatti, il costo è basso: un franco un franco e mezzo al metro cubo. È chiaro quindi che misure come il recupero dell’acqua piovana non sono mai state incoraggiate. Ma se i cambiamenti climatici vanno in direzione di siccità..."

Dati sul consumo idrico

"Siamo abituati ad avere tanta acqua per pulire piazzali e giardini, però quando queste situazioni si presentano, mettono a nudo il fatto che l’acqua non è infinita… Neanche da noi", conclude Barro. "Alcune abitudini possono essere cambiate. Per esempio: se si taglia l’erba molto corta, poi se non la bagno si secca. Basterebbe tagliarla un po’ meno e rinunciare al 'prato inglese', che nasce infatti in una regione dove piove molto".

L'appello, condiviso anche dal responsabile dell'acquedotto di Gordevio, è quello, di "dare tempo al tempo e non irrigare troppo i propri giardini, accontentandosi di ciò che arriva dal cielo".

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