I rappresentanti delle associazioni di categoria degli agricoltori ticinesi si sono recati presso le aziende agricole della val Bavona e della Lavizzara per rendersi conto di quali siano attualmente le condizioni di queste attività.
“Vie di comunicazione e aziende completamente distrutte, macchinari persi… vedi che la gente non sa come deve comportarsi e cosa deve fare per poter andare avanti” spiega alla RSI Marzio Coppini, presidente della società agricola valmaggese. “Abbiamo animali sugli alpeggi che bene o male, almeno per adesso, hanno bisogno di qualche via d’accesso per potersi spostare, ma il pensiero va anche al ritorno di questi animali, perché se sono su in montagna e per tornare al piano non c’è più una via di comunicazione, le cose si fanno molto difficili. Non è possibile fare un trasporto per ogni singolo animale, per portarlo in bassa valle”.
Durante il sopralluogo molti i momenti toccanti. A Piano di peccia abbiamo seguito la visita di Omar Pedrini, presidente dell’unione contadini ticinesi.
“Abbiamo voluto visitare gli agricoltori maggiormente colpiti e ci stiamo rendendo conto delle esigenze che avranno queste aziende. Più volte questa mattina abbiamo sentito la domanda: potremo tornare? Adesso serve l’intervento di tecnici, che sappiano dire cosa si potrà ancora fare in queste zone. Sarà necessario un intervento anche politico per portare avanti determinati discorsi e se si vorrà decidere che certe cose non esisteranno, più qualcuno dovrà dirlo e metterci la faccia. Dobbiamo pensare che ci sono dei giovani che hanno investito tutto in questa valle e dovremo trovare il modo per far sì che possano continuare a vivere e gestire questo territorio, perché se qui sul fondovalle non facciamo più niente, perderemo anche tutto quello che abbiamo nelle alture”.
Nel pomeriggio si è tenuto un incontro a porte chiuse tra il mondo agricolo e Daniele Fumagalli, direttore della Sezione agricoltura del Canton Ticino. Lo abbiamo interpellato dopo la riunione.
“Da questa settimana siamo attivi con l’Help Point agricoltura nel Centro della protezione civile di Lodano. Man mano, di persona, sul posto stiamo incontrando tutti gli agricoltori per registrare tutte le loro richieste più urgenti, ma anche fare un quadro della situazione che permetta poi di trattare tutte le domande di concessione dei sussidi per le ricostruzioni nel corto e medio termine”.
Una delle preoccupazioni maggiori è la paura di scontrarsi con una macchina burocratica troppo lenta per interventi che sono invece urgenti.
“L’aiuto a semplificare le procedure – afferma Fumagalli – l’avevo già promesso durante la Camera agraria. Questa è un’ottima occasione per dimostrarlo con i fatti. Abbiamo, per esempio, già rilasciato un’autorizzazione all’inizio dei lavori, in modo che questi vengano effettuati”.
E per quanto riguarda i sussidi e gli aiuti finanziari Daniele Fumagalli ci ha detto che sempre nell’ottica di semplificare le procedure l’idea è quella di rilasciare gli aiuti a tranche, senza attendere la conclusione della procedura per l’intero importo.
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In Mesolcina
Mesolcina, l'agricoltura conta i danni
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Anche in Mesolcina si delinea un piano d’azione per i danni all’agricoltura dovuti all’alluvione. Si è infatti svolto oggi (lunedì) a Grono l’incontro informativo tra enti cantonali e agricoltori. L’obiettivo: fornire informazioni di prima mano sugli aiuti previsti e sulle procedure da seguire.
Sono più di 100 gli ettari danneggiati dal disastro che ha coinvolto la regione. E sono tanti gli agricoltori che devono fare i conti con i detriti che ancora ricoprono i campi. Il Canton Grigioni è però pronto ad aiutare.
“Abbiamo ricevuto molte informazioni e chiarimenti per quanto riguarda i passi da seguire” – afferma l’agricoltrice Giada Gianella – “Abbiamo avuto informazioni generali sul ripristino dei terreni. Ci sono ancora molti punti da valutare e approfondire. Siamo comunque fiduciosi che si potranno ripristinare al 100% i nostri terreni, perché sono molto importanti e noi viviamo di questo”
Già da quest’anno verranno concessi pagamenti diretti: sia per le superfici non coltivabili a causa del deposito dei materiali, sia per le superfici non raggiungibili a causa della distruzione delle vie di comunicazione. Dal 2025 i pagamenti saranno invece garantiti solo per le superfici agricole utili. È però prematuro parlare di cifre dato che si stanno ancora raccogliendo gli annunci dei danni.
“Hanno tempo fino a fine mese per tutti gli annunci – afferma Moreno Monticelli capo dello Stato Maggiore di Condotta regionale – Dopodiché c’è un responsabile che farà le valutazioni dei costi per ogni terreno e poi da lì si ripartirà con la pulizia”
I dubbi maggiori emergono invece per ciò che concerne i lavori di ripristino dei campi colpiti. “Non si sa esattamente chi rimetterà a posto questi terreni, - ci dice Giada Gianella - non dico quelli meno rovinati, ma quelli coperti da massi e sassi, come nel mio caso. Come e chi pagherà per ripristinare il tutto”.
Data la riduzione della superficie agricola utile si presenta il problema del foraggio per il bestiame. E La soluzione prevista dal Cantone si basa sull’altruismo.
“Al momento – afferma Monticelli – c’è una grandissima solidarietà da parte degli agricoltori del nord, che si sono messi a disposizione per portare il foraggio che hanno in più”
Le richieste e le offerte verranno raccolte dal Cantone, che provvederà a rifornire le aziende bisognose.